A colpi di luce 3.0: Giorgio Dua


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Ciao Giorgio, parlaci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Sono a casa, ed è il posto che ho scelto per vivere, ci sto bene, è cucita sulle mie esigenze.

Com’è il tuo carattere, una cosa che ami e una che odi.
Sono calmo e riflessivo, pigro e osservatore, attento ai dettagli. Amo viaggiare e diciamo che odiare non è proprio nella mia indole ma se proprio devo dire qualcosa: mal sopporto l’arroganza.

Quali sono i tuoi interessi, cosa fai quando non scatti fotografie?
Sono technologically addicted, ascolto musica, leggo, viaggio.

Raccontaci l’episodio che ha in qualche modo segnato il tuo avvicinamento o la tua visione fotografica.
Non c’è un episodio particolare, la fotografia mi ha sempre attratto, rimango costantemente colpito dalle sue molteplici sfaccettature, dalle possibilità espressive.
La mia visione deriva da mille particolari diversi, ma se devo dare delle priorità i lavori di Ernst Haas, di Andreas Gursky (e la scuola di Dusseldorf in generale), il Bauhaus e la ricerca di Josef Albers sono quelli che probabilmente hanno influenzato di più la mia visione fotografica.

Le tue foto sono linee e simmetrie e palazzi o strutture, perchè ti piace fotografare queste cose? Cosa cattura il tuo sguardo in particolare e perchè?
Le mie foto sono *anche* questo, ma c’è anche altro. Sono fortemente attratto dalla possibilità di astrarre le forme dal contesto, in modo da rendere delle visioni decontestualizzate e minimaliste in cui la parte estetica è preponderante e lascia allo spettatore la possibilità di immaginare ciò che la sua psiche gli suggerisce. Mi piace suggerire invece che imporre.
Le mie serie “Steel Cathedrals”, “Homage to the square” e “Destrutturazione”, visibili su Flickr, sono alcuni esempi…
In altre foto lascio libero spazio alle emozioni (vedi Serie “Texture”) e sono i miei lavori contemporaneamente più apprezzati e più criticati!

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Se tu fossi una forma geometrica quale sceglieresti di essere? Motivaci il perchè della tua eventuale scelta.
Che domanda! Non saprei… forse un quadrato, sempre uguale da qualuque parte lo si osservi.

Da piccoli quando la maestra ci chiedeva cosa volessimo fare da grandi rispondevamo coi mestieri che sognavamo, il tuo è quello che hai sempre sognato? Tu Cosa rispondevi ?
Putroppo non me lo ricordo.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai qualche sogno nel cassetto ancora da realizzare?
La passione per la fotografia ti porta a cercare sempre nuovi stimoli, di conseguenza ho alcune cose che mi piacerebbe approfondire su temi legati ancor di più alla decontestualizzazione e a tecniche di multiesposizione, mi piacerebbe stampare alcune fotografie in dimensioni enormi per vedere l’effetto! I sogni nel cassetto sono molti, diciamo che un viaggio in Argentina potrebbe essere tra quelli che si potrebbero avverare.

Intervista conclusa, prima però, consigliaci un film, un libro, un disco e un fotografo.
Come film propongo il dittico “Flag Of Our Fathers” e “Lettere da Iwo Jima” di Clint Eastwood
Come disco scelgo “Steel Cathedral” di David Sylvian e Ryiuichi Sakamoto, un brano ambient che utilizzo molto quando mi concentro sulla postproduzione delle foto.
Come libro “Il mondo Infestato Dai Demoni” di Carl Sagan, ormai praticamente introvabile. E’ scritto in forma di saggio ma è praticamente il suo testamento spirituale, lo ha terminato poco tempo prima della sua scomparsa.
Come fotografo scelgo sicuramente Joel Peter Witkin: terribile e affascinante allo stesso tempo.

Ringraziamo Giorgio Dua e vi invitiamo a visitare il suo profilo Flickr

 

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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