Carissimi lettori di Tuesday Poison, dunque il grande giorno è arrivato. Ve lo avevo promesso e oggi finalmente vi parlo di lei, di una delle regine incontrastate del pop surrealismo mondiale, la quale ho avuto l’onore di conoscere di persona durante l’AQUA party organizzato dalla Dorothy Circus Gallery per festeggiare le sue stupende creature, quelle esposte negli spazi della galleria e lo stupendo murale realizzato proprio sulla facciata del palazzo che ha ospitato il party di domenica sera. Avete capito bene, oggi rendiamo omaggio a Tara McPherson e alla sua prima personale in Italia, I know it by heart, che potete visitare fino al 23 luglio.
L’artista americana, classe 1976, nata e cresciuta in California, tra San Francisco e Los Angeles dove ha conseguito i suoi studi, oggi è una stupenda mamma che vive a New York, nonché un’artista di punta dal 2006 della Jonathan LeVine e di Juxtapoz Magazine con un curriculum alle spalle che fa girare la testa tra illustrazioni, serigrafie, poster, toys e copertine per riviste e band sparse nel pianeta, proprio come vi accennavo nella breve introduzione inserita nella pillola che ha preceduto questo racconto della mostra. Inoltre, nell’ottobre 2012 il suo Lilitu prodotto da KidRobot le ha permesso di vincere il premio Toy of the Year al the Designer Toy Awards, tanto per aggiungere un altro cenno sulla sua brillante carriera.
In questa mostra stupenda, proprio come la location che la ospita, Tara McPherson al pubblico romano ha data l’ennesima conferma della sua capacità di saper miscelare un modo sublime illustrazione e pittura, la prima servendosi di scale cromatiche particolarmente pop surrealiste, la seconda attraverso la rappresentazione di soggetti femminili particolarmente seducenti, la cui bellezza non è confinata alla materialità delle forme ma si spinge ben oltre fino a confondere la mente dello spettatore, il quale incuriosito di fronte a tali visioni si sente parte integrante di un mondo abitato da emozioni che partono dal cuore, proprio come il titolo di questa personale che sono andata a vedere per voi.
Tornando a casa la mia mente ha compiuto un percorso e a lungo si è fermata su alcune delle opere dell’artista americana ospite di questo nostro martedì velenoso e per un intenso istante mi sono lasciata sorprendere dalla nitida sensazione di essermi trovata di fronte al tentativo di descrivere quelle favolose storie surreali che i nostri occhi e la nostra anima hanno accarezzato da bambino, quando i colori e le forme circostanti erano frutto della nostra visione edulcorata della realtà che molto spesso si mischiava con la finzione. E in questo paradiso di emozioni il colore assume una valenza straordinaria poiché, rappresentato in tante vivaci tonalità, tende a rimarcare maggiormente la spinta pop surrealista dell’artista, la quale, come altre sue illustri colleghe, finisce nella deliziosa trama dell’arte di cui diventa una più illustri rappresentanti, mantenendo però il suo stile inconfondibile, vivace e al tempo stesso mai grottesco, mai tedioso alla vista.
Poiché alla Dorothy Circus piace fare le cose con un certo stile e in virtù dell’ospite che andiamo celebrando in queste righe è stato organizzato un ricevimento privato presso la private residence della galleria, dove tra gli onori della splendida padrona di casa, Alexandra Mazzanti, i vari spettacoli che si sono succeduti e il murale realizzato dalla stessa Tara McPherson sulla facciata esterna della residenza, ben visibile dalla strada, per il progetto Spray 4 Your Rights, di cui vi ho parlato nella pillola che ha preceduto la recensione alla mostra, noi che abbiamo avuto il piacere di partecipare all’evento abbiamo assistito ad una vera magia irripetibile, un evento di cui andava davvero la pena raccontare.
Photo courtesy by Dorothy Circus Gallery
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!