Ciao Erica, parlaci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
A casa, sicuramente dopo una giornata in ufficio è esattamente dove voglio essere. E’ il luogo perfetto per fermarsi: il mio uomo, il nostro gatto, libri, foto, disegni, vestiti… Persino la cucina ultimamente mi ha convinto che non è così terribile preparare la cena!!
Com’è il tuo carattere, una cosa che ami e una che odi.
Ah, questa è difficile! Sono una persona vivace, generalmente instancabile, decisamente testarda e sicuramente senza pazienza. Amo i telefilm, detesto non avere tempo.
Quali sono i tuoi interessi, cosa fai quando non scatti fotografie?
Sicuramente il mio uomo, quando non scatto fotografie sono con lui e i nostri amici o il nostro gatto. Adoro fare mille cose, anche per produrre nuove idee.. arrivano nei momenti più inaspettati, magari mentre divoro una costina in compagnia. Di solito in questi momenti urlo un “Aaah Aaah”, ormai tutti sanno che significa che ho avuto
un’idea.. Infine equitazione è sicuramente ciò che preferisco fare appena non ho la macchina fotografica in mano, anche se.. è nello zaino di fianco allo steccato.
Raccontaci l’episodio che ha in qualche modo segnato il tuo avvicinamento o la tua visione fotografica.
In realtà non ho un ricordo ben preciso, sinceramente ho iniziato casualmente a fare foto con le mie amiche, anzi hanno iniziato loro e poi mi sono aggregata. Quello che mi ha più segnato è il passaggio all’analogico, mi sono affacciata contemporaneamente alle polaroid e al classico 35mm. Ho comprato la mia prima macchina analogica, e ho salvato la mia prima polaroid che avevano regalato a mio padre mille anni fa e stava per buttare… L’analogico ha acceso un tocco diverso nella mia vita, io pecco di impazienza quindi il dover accettare i tempi di sviluppo, l’attesa di finirlo mi ha distrutto e catturato allo stesso modo.. ora non potrei vivere senza questa attesa, mi ricorda che tutto torna a suo tempo.
Fotografi spesso le donne, cosa cerchi di dire a chi guarda le tue foto? Cosa pensi quando scatti e cosa vuoi trasmettere?
Quando scatto sono isolata, si perde l’immensità del luogo. La natura è intorno a te e alla macchina fotografica, la senti ma non la vedi. Al contrario l’attenzione si focalizza sulle espressioni umane, decisamente più forti ed intense. Senza la macchina fotografica, donna e natura sono omogenee tra loro; attraverso il mirino, si separano: la natura ti circonda mentre i movimenti della donna sono spezzati, discontinui. A chi guarda le mie foto, lascio libera interpretazione; noto che ognuno ha una sua foto preferita, generalmente molto diverse da loro.. Sono loro che decidono se cercare quello di cui hanno bisogno, quello che vogliono vedere o quello che non riescono a cercare. Possono anche solo dire questa è una bella foto, la fotografia è soggettiva.
Mi piace quando una fotografa si concentra a fotografare le donne, è raccontare qualcosa che si conosce bene, a fondo, ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere attraverso gli occhi degli altri, tu cosa pensi della fotografia e del corpo femminile come strumento comunicativo nell’espressione fotografica?
Il corpo femminile riesce a raccogliere forme che il corpo maschile non può trasmettere. Mi sono sempre trovata a mio agio con un corpo che conosco, anche se io sono una pessima modella. E chi le sa fare quelle pose assurde?!
Ultimamente poi ha preso vita una perfetta collaborazione con Lara Bui Marelli, un’amica e una fantastica stylist. Le nostre idee combaciano, nonchè ormai mi conosce molto bene.. Fotografo anche lei, e sa quando mi ispira un luogo o un momento. Ci divertiamo sinceramente. Si da sempre più importanza alla maggiore sensibilità delle donne, forse questo spinge il corpo femminile ad essere più elegante nelle foto, magari è solo una percezione colletiva.. Per me è una questione di forme e movimenti, e poi l’unico corpo maschile che voglio nel mio mirino è quello del mio uomo.
Da piccoli quando la maestra ci chiedeva cosa volessimo fare da grandi rispondevamo coi mestieri che sognavamo, il tuo è quello che hai sempre sognato? Tu cosa rispondevi ?
Attualmente il mio lavoro non è quello che ho sempre sognato, ma ci arriverò. Alle maestre ho risposto di tutto dal veterinario al pilota di moto, sicuramente il secondo.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai qualche sogno nel cassetto ancora da realizzare?
Mille sogni nel cassetto. Ma sicuramente uno, che si sta ancora definendo, per cui per ora lo teniamo segreto. Nei progetti futuri oltre a milioni di scatti, in programma ci sonoavventure di ogni tipo. Anche rimanendo solo in casa un giorno, noi ne viviamo tantissime.
Intervista conclusa, prima però, consigliaci un film, un libro, un disco e un fotografo.
Film: A qualcuno piace caldo. Libro: Guerra e Pace – Tolstoj. Disco: Ceremonials – Florence and the machine. Fotografo: Salgado.
Ringraziamo Erica per la sua disponibilità, qui il link al suo sito: Erica Pozza
Giuliana Massaro
Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.