Carissimi lettori di Tuesday Poison, diciamocelo francamente, l’estate è finalmente iniziata e tra poco saremo davvero in tanti a combattere in ufficio con i nostri colleghi per l’aria condizionata, saremo in tanti in fila sulle strade verso il mare e in tante a mangiare solo carote e cetrioli a pranzo per la prova costume davanti allo specchio cercando di trattenere la pancia. Tutti noi nelle stesse condizioni tranne il nostro grande capo che, dall’alto del suo fisico longilineo, si godrà gli ultimi articoli di questa stagione direttamente con i piedi a mollo nella sua piscino a forma di goccia blu immersa nel cuore del verde delle colline ciociare. Quindi, prima di tutte le battaglie estive che ci attendono, vi anticipo che dopo le vacanze ci saranno alcuni cambiamenti che riguardano anche questa nostra stupenda rubrica di cui io ne sono portavoce. Intanto però godiamoci l’artista di oggi che al resto c’è ancora tempo: Jillian Dickson (Ludwig).
La nostra ospite di questo martedì è un’artista della North Carolina, la quale dopo aver conseguito i suoi titoli di studio in varie scuole e università americane, ha trascorso un anno a Lione, viaggiando anche in molte città europee per poi tornare a stabilirsi negli Stati Uniti, esattamente a Grand Rapids in Michigan dove ha uno studio in cui concepisce le sue illustrazioni di cui vi parlo in queste righe. Jillian Dickson ha esposto in passato in diversi spazi come alla Thinkspace Gallery e alla Swarm Gallery in California mentre quest’anno parteciperà alla 56a biennale di Venezia magari con uno dei suoi ultimi lavori realizzati per la serie Our Epidural Currency, la prima immagine che potete vedere allegata al pezzo tanto per farvi capire di cosa sto parlando.
In questa serie l’illustratrice americana decide di combinare parti di tessuti umani con fiori, boccioli e farfalle, andando a ricreare una sorta di insieme naturale che nella vita di tutti i giorni invece appare inevitabilmente diviso ma che così finemente intrecciati ci restituiscono l’idea di un mondo proveniente dalla stessa fonte, ovvero dalla natura.
In altre opere come quelle che potete vedere qui sotto l’artista continua il discorso visivo della rappresentazione naturale degli esseri umani intrecciati agli elementi naturali circostanti, quindi riafferma la supremazia della natura su tutto il resto che ci circonda, ma lo fa con tonalità diverse, molto più soffici e delicate, con un tocco per ovvie ragioni più leggero, quello della matita grigia che trasforma la ruvidezza delle forme animalesche in vere e proprie curve sinuose, a tratti anche molto ilari, come l’opera con al centro i maialini sorretti da reti sostenute a loro volta da insetti volanti.
Ciò che può sembrare paradossale a primo impatto in realtà si trasforma quasi immediatamente nella percezione del possibile nelle opere di Jillian Dickson dove i soggetti e le situazioni rappresentate donano allo spettatore una visione di quelle atmosfere primordiali fatte di elementi diversi che si trasformano e penetrano l’un l’altro in una dolce danza di emozioni contrastanti. E’ un surrealismo quello di questo martedì che appare soffice e delicato e in particolare sorprende quella leggiadria con la quale i soggetti si posano sulla superficie, come ricordi lontani che cadono sul presente proprio quando meno te lo aspetti e sorridi davanti alla visione di ciò che non sospettavi ed invece si nutre del tuo stesso tempo.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!