In uno degli ultimi editoriali di Domus, storica rivista d’architettura, il direttore Nicola Di Battista, fa un appello alla generazione di mezzo che poi, altro non è, che la generazione che oggi è “nella pienezza delle possibilità culturali e professionali, in grado per questo, di esprimere il massimo del suo talento e delle sue capacità”, pur trovandosi, sottolinea Di Battista, in un un contesto storico in cui l’architettura ha smesso di raccontare.
La responsabilità che grava sulla generazione di mezzo, è sì quella di sopperire alla stanchezza della vecchia generazione, ma soprattutto è quella di instradare la nuova generazione di progettisti, che si trova spaesata e senza un modello da seguire, gettata dalle università, in un contesto storico poco abbiente e accogliente (e oltretutto, in un paese che vanta -si fa per dire- il più alto numero di architetti in Europa).
Perciò, certe volte, invece di parlare di architetture, sarebbe meglio che qualcuno parlasse di come l’architettura si fa. Quella vera intendo, fatta non solo di vetrate luccicanti e aggetti mostruosi (spesso frutto di autoreferenzialità raccapriccianti), ma di persone che raccontino e spieghino con cognizione di causa cosa voglia dire progettare, partendo dal presupposto, che la progettazione riguarda ogni cosa intorno a noi. In piccola e grande scala.
E se la generazione di mezzo sembra troppo frastornata (e impegnata a cercare un’occupazione) per insegnare qualcosa ai più giovani (che ancor prima dell’occupazione, hanno il problema dell’incompetenza post-universitaria) tocca proprio a questa nuova generazione, rimboccarsi le maniche, fare gruppo e imparare. Magari divertendosi anche, perchè la creatività, è un nastro che corre lungo i sentieri dell’esperienza, che fa tesoro di ciò che viviamo, per poi annodarsi nel momento opportuno.
I ragazzi di Archistart, ex compagni universitari, li conosco da troppo tempo ormai. Così tanto che nel frattempo (loro, non io) si sono già laureati e hanno tirato su un’associazione nata con lo scopo di promuovere l’architettura tramite concorsi e attività rivolte a studenti e neo laureati con età inferiore ai 32 anni . Che per tornare al discorso di prima, è proprio quella “nuova generazione” che un giorno andrà a (ri)delinare gli spazi in cui viviamo.
Dopo la prima edizione, conclusasi con un enorme successo (e incredibile soddisfazione da parte dei partecipanti) quest’anno riparte IAH, international architecture holiday, un workshop che assomiglia a una vacanza, che assomiglia a una scuola di formazione e che a sua volta, assomiglia a un piccolo miracolo.
Già, perchè nel mettere insieme 100 giovani ragazzi proveniente da tutto il mondo e farli progettare con squadrette, fogli e matite ha davvero del miracoloso. A cui si aggiunge la bellezza di una vacanza vera e propria a 20mt dal mare, in una città come Lecce, che è stata candidata a Capitale europea della Cultura 2019 (poi ha vinto Matera, ma questa è un’altra storia).
Un’esperienza splendida che affonda le radici nell’arte di saper progettare. Così come si faceva una volta, senza computer, smadonnamenti da “errori irreversibili”, e software che per loro complessità rischiano di far perdere di vista l’obiettivo: progettare bene e farlo con le persone e le contaminazioni giuste. Chè il rischio, in questi casi, è che ci si diverta e impari così tanto, da pensare che l’università sia servita a poco o nulla (e forse di fatto è così).
Quest’anno il tema è la progettazione di Glamping (camping glamour) ovvero di una nuova tipologia di vacanza caratterizzata da alloggi di lusso immersi in un contesto paesaggistico in stretta relazione con la natura, che poi, è anche il luogo in cui i giovani partecipanti stazioneranno durante quei 10 giorni. Una scelta intelligente e interessante, perchè non scoprirai mai le vere esigenze di progettazione, finchè non sarai tu stesso a sentirle, quelle esigenze.
I Lavori ed i progetti prodotti nelle fasi di laboratorio saranno valutati da una giuria di esperti che individueranno il gruppo vincitore. I membri dei team vincitori avranno la possibilità di essere selezionati per uno stage presso gli studi londinesi ORPROJECT e DOSarchitects.
Il workshop si terrà a San Cataldo (Lecce) presso l’ostello del Sole dal 1- 9 agosto 2015.
Noi ci vediamo sicuramente lì in quei giorni, con un sacco di belle sorprese e tante birre e risate da condividere insieme.
Altre info, puoi trovarle QUI. Così magari ci vediamo.
Le birre le offriamo noi, naturalmente.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.