A orecchio, riesco a suonare il pianoforte riproducendo quasi tutte le melodie che ascolto. Senza accordi, però, perchè aldilà del fortunato orecchio, la voglia di solfeggiare e seguire una scuola non ce l’ho mai avuta, probabilmente traumatizzato da una delle (poche) lezioni di piano fatte alle elementari, di cui ancora oggi mantengo vivo il ricordo (di quel pugno che si muoveva a ritmo di doo-oo–oo–oo–oo–oo e poi ree-ee-ee-ee-ee).
Però poi l’invidia (mista a rabbia) esce fuori quando sento le melodie del pianoforte unite a suoni più elettronici e contemporanei. È il caso di Alva Noto e Ryuichi Sakamoto che immagino tu conosca già (in caso contrario ti linko un video a caso, che tanto, come clicchi, clicchi bene), ma anche quello dell’irlandese Max Cooper e del londinese Tom Hodge.
Famosissimo compositore di musica techno ed elettronica il primo, incredibile pianista il secondo, i due, hanno riunito le forze a due anni di distanza dalla loro prima collaborazione (che ha dato luce a Fragmented Self EP, Pt. 1) dando vita ad “Artefact”, EP composta da 3 tracce.
Proprio qualche giorno fa è uscito anche il video di Remnants (prima traccia dell’EP) realizzato dall’animatore e graphic designer Nick Cobby, che con l’aiuto della computer graphics ha provato ad entrare nel mood della traccia, rispondendo alle domande: cosa succede nel nostro cervello quando ascoltiamo un suono? Cosa passa attraverso le sinapsi? Come interpretiamo un suono? Una melodia? Un rumore? Quante sfumature si accendono? Quali ricordi riaffiorano? Quali si stagliano in maniera indelebile? E quanti rimangono sepolti nei meandri nella mente?
Il risultato lo potete vedere (e ascoltare) voi stessi nel video qui sotto. Ed è una bella goduria per occhi e orecchie.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.