Lucasz Wierzbowski è un fotografo originario della Polonia, in cui risiede da sempre e dove è nata la sua passione per la fotografia.
Come spesso accade, furono i genitori a introdurlo nel mondo della fotografia sin da piccolo, ma solamente dopo aver condotto gli studi in psicologia, sente il bisogno di fare qualcosa di creativo e così decide di riprendere in mano una macchina fotografica; in questo modo inizia il suo cammino all’interno di quest’arte, dedicandosi principalmente all’analogico di cui ama le imperfezioni, la leggera sgranatura, i giochi di luce e tutto quell’insieme di dettagli non convenzionali che rendono però la totalità finale unica.
Le sue fotografie raccontano la quotidianità in maniera anticonformista, presentano la vita in maniera eccentrica ed insolita, ed è proprio questa “stravaganza” il punto di forza dei suoi lavori.
Le sessioni fotografiche non sono mai pianificate in anticipo in modo che esse si basino sul rapporto tra i modelli (che nella maggior parte dei casi sono familiari e amici) e il luogo in cui si lavora.
Un’empatia diretta ed emozionante, quasi chimica, facilmente percepibile dagli occhi di chi, quelle fotografie, le osserva in maniera “distante”.
Non c’è una ricetta segreta e vincente per i suoi lavori, la vittoria sta già nel seguire il proprio istinto e scattare facendosi guidare dalle emozioni, e mettendo da parte la razionalità per lasciare spazio ad un turbine di colori e vivacità. La parte più eccitante è vedere il risultato finale nella propria testa, ancor prima di realizzarlo; è una sorta di “dolce illusione” che il più delle volte è nettamente diversa dal prodotto finale reale ma il momento in cui lo si immagina è perfetto, è come se si ricomponesse un mosaico composto da tanti tasselli che insieme rendono il tutto più magico.
Ritengo che il buon artista non è solo talento; egli ha anche una certa sensibilità che rende il suo lavoro straordinario e riconoscibile.
Ed è così che percepisco il lavoro fotografico di Lukasz Wierzbowski, “fresco”, fuori dai canoni e sorprendente.
Claudia Tornatore
Sognatrice, a tratti poggio i piedi sulla terra e ogni tanto salgo sulla luna. Laureata in scienze umanistiche, considero l’arte il fulcro della (mia) vita. La mia tesi? Arteterapia. Scrivo di fotografia, mi diletto con essa : è nella mia vita da che ho memoria, in fasi e forme differenti. Amo il colore, il tè nero, gli incontri inaspettati, i sorrisi, la voglia di cimentarsi in cose nuove e la mia bellissima Sicilia.
