Dal 1909, in Italia si corre per vestirsi di rosa. Il rosa di cui parlo è sì quello de La Gazzetta dello Sport, (quotidiano sportivo dalle pagine rosa, appunto, che da sempre è co-organizzatore), ma soprattutto è il rosa della maglia vinta dal ciclista che domina il Giro d’Italia.
È toccato a Fausto Coppi e Gino Bartali, (che mio nonno nomina sempre nei suo racconti di ciclista forzato, chè di automobili ne circolavano davvero poche), è toccata al pirata Pantani fino ad arrivare ai più recenti Nibali e Basso, in un tumultuoso passaggio di testimone anno dopo anno, avvolto non poco da un velo di oscurità che da sempre imperversa nel ciclismo.
L’edizione 2015, partita lo scorso 8 maggio con la prima tappa a Sanremo, è stata promossa dall’agenzia giapponese Onesal Japan, con uno splendido corto di appena 30 secondi che sulle note di una tarantella si snoda lungo tutto lo stivale.
Per gli addetti ai lavori, lo spot, diretto da Nahuel Salcedo, si è avvalso del software di modellazione Cinema 4d e di After effects per il compositing e l’animazione.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.