Sei al microfono di una radio e devi trovare lo sketch giusto per presentarti…3….2….1…..ON AIR
Salve a tutti, sono Alice Milani, faccio parte del collettivo La Trama. Sono disegntrice, incisore (purtroppo non esiste la parola al femminile) e stampatrice.
Immagina di trovarti davanti ad un bambino e di dovergli spiegare in cosa consiste il tuo lavoro.
Il mio lavoro non é sempre uguale: certi giorni consiste nel raccontare storie con tanti disegni uno dopo l’altro. Possibilmente colorati.
Altri giorni invece li passo a scavare su tavole di legno, altri ancora a lucidare lastre di metallo e poi grattarle con un punteruolo. Le metto nell’acido, le tolgo dall’acido, uso vernici che sanno di bitume. In studio ho una macchina pesantissima che sembra un timone di una nave che si chiama torchio, con quella stampo da lastre di legno e di metallo. Insomma un lavoro avvincente.
Lo starter kit di ogni illustratore comprende:
Non posso dire di essere partita con l’idea di diventare un’illustratrice. Diciamo che sono nata come incisore e che sono diventata illustratrice strada facendo. Il mio starter kit quindi é consistito semplicemente in centinaia di ore di corsi di disegno dal vero e di laboratorio.
Qual è l’episodio legato all’illustrazione che ricordi con più piacere? E con più dispiacere? Ti va di raccontarceli?
Quando ero ragazzina mi contattò una ditta di grafica pubblicitaria che aveva bisogno di un acquerello che raffigurasse delle olive. Dovevano inserirlo nell’etichetta dei una marca di olio di Lucca. Io dipinsi molto minuziosamente delle olive color verde oliva. Mi risposero che il colore non era abbastanza brillante, che sarebbe stato meglio se fossero state verde mela. Il colore oliva era troppo poco invitante per il consumatore, il disegno doveva esprimere l’alimentarità del prodotto. Mi sembrò che alimentarità non fosse una parola della lingua italiana, in ogni caso dipinsi le olive verde dentifricio e mi pagarono. Fu la prima volta che ebbi a che fare con le esigenze di un committente. È una storiella sciocca ma mi rimase impressa, soprattutto per la parola alimentarità.
Ti va di giocare con me? Ti spiego subito come funziona: prenderò un foglio totalmente bianco e farò tre segni a caso sopra, lo scopo del gioco è quello di, partendo da quei tre segni, dare vita ad un disegno di senso compiuto.
Per fare il disegno non avrai a disposizione mezza giornata, ma solo pochi secondi…anzi, visto che sono buona, facciamo un paio di minuti :P
Persone da tener d’occhio: una colonna dell’illustrazione e un emergente da “esplorare”
Seguo molto il lavoro di Tieten met Haar, letteralmente Tette Pelose. Sono un gruppo di ragazze fiamminghe, di Gent, molto attive nell’ambiente dell’autoproduzione. Mi piace molto il lavoro di Jana Vasilevic, serbo belga che milita tra le loro fila. Tra i miei preferiti c’è anche Mikael Ross, disegnatore tedesco autore di Les pieds dans le Béton, uscito per Sarbacane un paio di anni fa.
Sbirciamo nel tuo futuro “prossimo”: a cosa stai lavorando in questo momento? C’è qualche progetto che hai voglia di condividere con noi?
Ho diversi progetti in cantiere: il più prossimo alla conclusione è una biografia a fumetti per Becco Giallo, in uscita per ottobre 2015. Poi sto lavorado ad un fumetto a quattro mani con Silvia Rocchi, ispirato ad un viaggio in moto attraverso I Blacani. É la storia di due ex-musiciste che in un momento di crisi partono in moto, conoscono dei motociclisti, superano alcune delle loro paure legate all’adolescenza. Da ragazzine le due suonavano in un gruppo punk, ormai sciolto, che vorrebbero rimettere in piedi. Insomma è una specie di romanzo di formazione su due ruote, per cui siamo alla ricerca di un editore.
Final bonus question: Dopo aver spulciato in ogni angolo del tuo sito e aver ammirato il tuo modo di comunicare con l’osservatore, mi è caduto l’occhio sul nome di un fumetto in particolare: PAURA DEI CASSETTI. Che paure ci sono nel cassetto di Alice Milani? E quali sogni, quali speranze?
Quel fumetto parla di una sensazione molto diffusa, credo, tra gli artisti, che è quella del dubbio. Ci sono infinite cose da disegnare attorno a noi, e infiniti sono i modi di disegnarle: quale sarà quello giusto? Il migliore, il più efficace, profondo, sconvolgente? C’è un modo in cui ancora quella cosa non è stata disegnata? Quando disegno mi faccio sempre questa domanda. Il problema è che troppi dubbi possono paralizzarti e impedirti di andare avanti. Se sono troppo esigente non sarò mai contenta di quello che faccio, non metterò mai un punto. Ci sono stati periodi molto lunghi in cui non sono riuscita a disegnare, e non è una cosa piacevole. Questa è la mia più grande paura, ma d’altro canto adesso cerco di non pensarci e di disegnare comunque. Un po’ di paura fa bene in fondo. Sennò che gusto ci sarebbe?
Ringraziamo Alice Milani per la sua disponibilità e vi invitiamo a visitare il suo sito: http://alicemilani.org/
Marta Latini
Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...