Ciao Eleonora, parlaci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Ciao Giuliana, ti mando in allegato i due scatti. Sarebbe stato bello avere in tasca qualcosa di più interessante ma questa, ahimè, è la realtà: biglietto del treno, probabilmente vecchio di qualche giorno, carta di caramella, pezzo di scotch (li trovo ovunque) e un fazzoletto di carta.
Il secondo scatto è il posto che occupo di più quando sono nella mia casetta, che divido con le mie sorelle gemelle e una nuovo arrivata, Tebe, una cucciola di quasi un anno. Dietro la scrivania c’è la mia amata libreria, io e le mie sorelle l’abbiamo nutrita libro dopo libro… sono molto orgogliosa di lei. Forse vorrei essere in un altro posto. Non so dove però.
Su di te non ho trovato molto su internet, quindi ti chiedo, chi è veramente Eleonora? Dove vive, lavora, cosa fa, quali sono i tuoi interessi?
Internet non dice nulla di me. In realtà non amo molto apparire né sproloquiare sui social network, negli ultimi anni poi sono peggiorata parecchio in questo frangente… sono praticamente un fantasma. Ho provato a fare molte cose, a volte conseguendo buoni risultati altre volte concludendo con fallimenti clamorosi. Pensavo di voler fare la chitarrista classica, ho anche sostenuto un paio di esami al conservatorio… ma non ero soddisfatta… e all’improvviso… ho semplicemente smesso di suonare. Mi sono iscritta e poi laureata all’università di Parma in Beni culturali (curriculum: Storia dell’arte moderna) conseguendo ottimi risultati, ma ancora una volta ho deciso di cambiare strada… negli anni a seguire ho lavorato come assistente fotografa, inizialmente per il mio babbo (anche lui fotografo) e poi per altri professionisti, lavorando sia sul set che nella post. Mi sono appassionata molto alla post-produzione, ho studiato moltissimo photoshop e ho cercato di avvicinarmi al 3d senza troppo successo, così ho deciso di iscrivermi al Master in computer grafica a Big Rock, a cui sono seguiti altri corsi specializzati in lighting 3d. Attualmente sto trascorrendo le mie intere giornate in uno studio fotografico a Milano che si occupa di pubblicità. Il lavoro di questo studio è davvero incredibile, ho sempre stimato le loro immagini e sono davvero felice di poter “vedere in prima persona” la nascita di lavori impeccabili. Ci sarebbe un’altra ipotetica avventura di cui potrei parlare… ma non ho alcuna certezza a riguardo, perciò mantengo il silenzio per scaramanzia. Nella vita sono molto noiosa, quando non lavoro cerco di scattare e lavorare per i miei progetti personali, oppure guardo tutorial… oppure guardo film… oppure leggo libri… Chiaro che pure io ogni tanto sono un animale sociale e a volte arrivo addirittura a rilassarmi guardando le schifezze in tv (consapevole del male che mi faccio). PS: Terrei solo a precisare che ho sempre fatto svariati lavori (cameriera, cassiera, commessa, volantinaggio, barista…) per poter mantenere i miei variegati studi.
Raccontaci l’episodio che ha in qualche modo segnato il tuo avvicinamento o la tua visione fotografica.
Non credo ci sia un episodio in particolare. Non mi sono avvicinata alla fotografia per passione o vocazione, ma semplicemente perché “era di casa”: mio nonno era un fotografo, mio padre è un fotografo… non ho mai avuto il “sacro fuoco” della fotografia. Ancora oggi scatto pochissimo, non porto mai con me la macchina. Mi appassiono alle immagini… in qualunque modo esse siano state realizzate. M’incanto ( a volte lo ammetto, mi commuovo) davanti alle immagini dei film, davanti ai quadri o alle opere realizzate in computer grafica.
Ti piace molto sperimentare la fotografia con il 3d o altri elementi, da cosa nasce questa tua passione e ricerca per il nuovo?
Come accennavo prima non mi sento strettamente legata alla fotografia. Io vorrei realizzare le immagini dei miei sogni, perciò cerco di fare ciò che è necessario: a volte basta fare una fotografia, altre volte è necessario impiegare altre tecniche per cercare di avvicinarsi al risultato sperato o immaginato che sia.
Cosa cerchi di catturare con le tue foto e cosa vuoi tramsettere a chi le osserva? Cosa pensi della fotografia come forma d’arte?
Cerco di non pensare mai a cosa voglio catturare o trasmettere. In primo luogo cerco sempre di trovare un modo affinché le mie immagini siano oneste. Devono parlare loro…i sogni, le idee, io mi devo togliere di mezzo, devo scomparire per cercare di far parlare loro. Mi piace credere che le immagini esistano già in un loro mondo… e che il mio compito sia solo quello di “tirarle fuori”… non è facile raggiungere quella purezza.. quella magia. Credo che ciò che ho fatto finora sia fondamentalmente inquinato e impuro. Ma sono sicura che con il duro lavoro riuscirò ad avvicinarmi di più a questa volontà (o forse sono solo un’ingenua… chi lo sa). Fotografia come forma d’arte… non sono un’esperta… ma vedo tantissimi bravi fotografi con grande talento che si meriterebbero pubblicazioni e mostre e non l’oscurità a cui sono ingiustamente relegati.
Da piccoli quando la maestra ci chiedeva cosa volessimo fare da grandi rispondevamo coi mestieri che sognavamo, il tuo è quello che hai sempre sognato? Cosa rispondevi alle maestre, da piccola?
Sinceramente non ricordo se le maestre mi abbiano mai fatto una domanda del genere… io ricordo solo che volevo fare “Fantaghirò”: sognavo di tagliarmi i capelli a caschetto come Alessandra Martines e di avere un’oca parlante che mi aiutasse a combattere… comunque volevo usare la spada. Ma purtroppo oggi non sono Fantaghirò.
Vorrei mi parlassi di come nascono i tuoi progetti fotografici, come procedi nella loro realizzazione, a chi o cosa ti ispiri, ad esempio per il progetto “people”, come ti è venuta l’idea?
I miei progetti fotografici nascono perlopiù dalla magia delle coincidenze. Credo che siano il risultato di elementi assorbiti e metabolizzati nel tempo che improvvisamente decidono di uscire in qualche modo. “People” è una serie che non ha principio e non avrà mai fine probabilmente… è il risultato di un sacco di bugie: io e le persone che ho ritratto ci siamo divertiti a raccontare bugie e a creare personaggi che non esistono. Devo ringraziare ogni persona che ho ritratto… il contributo di ciascuno è stato importante quanto il mio scatto. L’uno non esisterebbe senza l’altro.
Quali sono i tuoi progetti? Hai qualche sogno nel cassetto ancora da realizzare?
Ho moltissimi progetti e tanti sogni, come tutti… inutile stare ad elencarne uno ad uno… posso però dire che tutti hanno un comune denominatore: la paura. Ogni mio progetto e sogno è intriso e imbevuto dei miei timori e delle mie paure. Ogni cosa che farò sarà un piccolo incubo che avrò lasciato alle spalle.
Intervista conclusa, prima però, consigliaci un film, un libro, un disco e un fotografo.
Ci sono troppe cose belle in giro per limitarsi solo ad un’opera per ogni genere… ma ci proverò.
Film: “Princess Mononoke” di Hayao Miyazaki… non si può descrivere, è da vedere :-)
libro: Charles Chaplin “La mia autobiografia”. Diceva Chaplin: ” Le idee vengono quando se ne ha un intenso desiderio…”. Disco: “Diamond Dogs” di David Bowie (non ne posso fare a meno). Fotografo: Nick Brandt… incredibile!
Ringraziamo Eleonora Pegorini per la sua disponibilità, qui il link al suo portfolio: http://www.behance.net/pegoriniel84c2
Giuliana Massaro
Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.