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Narrare per immagini: la fotografia di Andrea Peip...

Narrare per immagini: la fotografia di Andrea Peipe


Andrea Peipe 01

Il termine fotografia concettuale viene tanto usato (e abusato delle volte) negli ultimi anni quanto poco definito. Il termine concettuale, nel campo artistico, ha un significato polivalente. Il primo artista ad aver usato la definizione «concettuale» è stato Joseph Kosuth intorno alla metà degli anni Sessanta. Il suo intento era di proporre opere il cui proposito non era il godimento estetico bensì l’attività del pensiero.

Cos’è la fotografia concettuale? La fotografia concettuale è l’arte di comunicare un ‘concetto’ alla mente dello spettatore, utilizzando il contenuto di una fotografia. Quindi è la necessità da parte dell’artista di dare maggior rilievo ai concetti e alle idee espresse rispetto al risultato estetico e percettivo dell’opera stessa.

Andrea Peipe è stata spesso definito come tale, ovvero una fotografa concettuale (che di fatto, vuol dire tutto e niente).

Fotografa di Monaco di Baviera,comincia a sentire l’attrazione per la fotografia all’età di 12 anni, concretizzandosi in realtà solo nel 2010 (a circa 30 anni) iniziando a sviluppare 365 days project. Questo progetto è stato un po’ come una palestra d’allenamento per la sua fotografia, in cui ha imparato a familiarizzare con la macchina fotografica, l’uso delle luci e i programmi di post produzione; alla fine di esso, ha iniziato a ritrarre altre persone e ad affinare sempre più il suo stile, partendo da semplici ritratti per poi arrivare man mano ad una fotografia sempre più surreale e concettuale per l’appunto.

Le sue fotografie raccontano storie fantastiche, realmente oniriche, vive principalmente nella sua mente.

Andrea Peipe 02

Tutti i suoi lavori partono da schizzi fatti su alcuni fogli; quel che ha in mente si tramuta in disegni veloci da cui partire per poi affinare l’idea e concretizzarla. A darle ispirazione può essere una persona specifica oppure un incontro casuale con sconosciuti, o anche un dettaglio come un cappello. Non appena la storia si sviluppa nella sua mente, impacchetta tutto il necessario (abbigliamento, accessori per la persona e di scena, ecc) incontra la modella o il modello e inizia a scattare. Vi è anche un lavoro di postproduzione, che avviene con i due programmi che predilige maggiormente, ovvero Lightroom e Photoshop.

Delle volte teme di non dare giusta voce e realizzazione alle sue idee, a causa anche di fattori esterni come la luce, o una giornata di sole o di nubi non appropriata alle sue esigenze “narrative”; è tutto sempre un avventura, una sfida continua!

Andrea autodefinisce il suo stile come surreale, sognante e emotivamente coinvolgente. E lo è. Con lei si va oltre la semplice fotografia, arrivando ad una vera e propria narrazione di persone, fatti e luoghi.
Un ottimo antidoto alla noia della routine quotidiana, una vera e propria evasione, una coccola per occhi e cuore.

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Give me peace of mind

Have no fear

Dream Walker

The Garden of Sleepers

 

 


Claudia Tornatore

Sognatrice, a tratti poggio i piedi sulla terra e ogni tanto salgo sulla luna. Laureata in scienze umanistiche, considero l’arte il fulcro della (mia) vita. La mia tesi? Arteterapia. Scrivo di fotografia, mi diletto con essa : è nella mia vita da che ho memoria, in fasi e forme differenti. Amo il colore, il tè nero, gli incontri inaspettati, i sorrisi, la voglia di cimentarsi in cose nuove e la mia bellissima Sicilia.

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