Tuesday Poison: Maurizio Quarello


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Italian Pop Surrealism, il testo edito da Mondo Bizzarro, non è solo una eccellente linea guida per tutti coloro i quali desiderano scoprire i nomi dei più grandi illustri del panorama pop surrealista italiano ma anche una grande bella rinfrescata di memoria per me che sono sempre in cerca di talenti di cui parlare in questa nostra bellissima rubrica del martedì. Tra i tanti nomi, la maggior parte dei quali molto noti a voi miei affezionatissimi lettori, che figurano nella rosa dei magnifici rappresentati nelle pagine del volume ne ho riscoperto uno che a mio avviso può essere tranquillamente definito uno dei migliori illustratori italiani, ovvero Maurizio Quarello.

Fiera di averlo rubato a Marta Latini, la quale avrebbe voluto il nostro ospite quasi sicuramente nella sua rubrica A colpi di matita, Otto Majer, al secolo Maurizio Quarello, è un illustratore nato a Torino nel 1974, il quale da qualche anno ha ampliato la sua carriera artistica immergendosi nel campo del pop surrealismo nostrano attraverso il racconto di storie disegnate in modo molto grottesco, una caratteristica che ha sempre tuttavia contraddistinto la sua produzione di opere. Il suo curriculum è davvero molto lungo, molto interessante e vi invito a leggerlo direttamente dal suo sito, dove potete scoprire che nel 2009 ha curato la direzione artistica di un cortometraggio tratto dal suo libro Ojobrusco, che è è stato Vincitore del Premio Andersen nel 2012, che dopo aver conseguito titoli e aver insegnato illustrazione in molte città italiane, dopo aver partecipato a workshop con grandi e piccini organizzati in Italia, Francia e Spagna, ecco, dopo aver soltanto letto tutto ciò, sono più che lieta di parlarvene e di farvi conoscere le sue opere bellissime che vedete accompagnare queste mie righe, scritte in un tardo pomeriggio di lunedì mentre ho ancora in mente le belle illustrazioni viste nei giorni scorsi al Ratatà festival insieme al grande capo, alla già citata Marta Latini e Marco De Carolis.

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Ma concentriamoci di più sul nostro ospite di oggi perché nelle sue opere Maurizio Quarello riesce a raccontare le storie di personaggi apparentemente quotidiani, i quali vengono inseriti in contesti particolarmente surreali, di quel surrealismo a tratti malinconico, soprattutto nelle illustrazioni in cui predomina l’uso del tratto forte con le matite colorate sulla superficie bianca, mentre in altre opere il suo surrealismo lo gioca in favore di un uso più intenso dei colori che si incastrano sulla superficie fino a creare un perfetto equilibrio con lo sfondo e lo spazio circostante.
L’artista è davvero un fuoriclasse nel mettere in evidenza ma in modo sottile la sua propensione verso un racconto fatto di emozioni che fuoriescono dalle espressioni impresse sui visi dei suoi personaggi e mette in campo quel realismo sublime di Edward Hopper, il grande pittore americano a cui sembra in parte ispirarsi il nostro artista di oggi: osservando le opere di entrambi percepiamo di trovarci di fronte alla narrazione di una grande tematica, ovvero quella della solitudine dell’uomo moderno di fronte a ciò che gli gira intorno.

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Il y a gosse de riche et gosse de riche. © Maurizio Quarello


Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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