Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un breve viaggio di tre passi sul palato per andare a bussare, al terzo, contro i denti. Lo-li-ta. Era Lo, null’altro che Lo, al mattino, diritta nella sua statura di un metro e cinquantotto, con un calzino soltanto. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea punteggiata dei documenti. Ma nelle mie braccia fu sempre Lolita.
Vladimir Nabokov
Carissimi lettori di Tuesday Poison,
questo martedì, iniziato con una breve citazione di Lolita di Nabokov, lo dedichiamo all’arte della seduzione, un argomento che interesserà molti di voi, ne siamo certi perché la seduzione è ciò che ci fa superare alcuni nostri limiti e ci permette di scoprire dei mondi ancora del tutto estranei ai nostri sensi. Così appare ai miei occhi quando guardo le opere della protagonista della nuova puntata del nostro appuntamento del martedì, ovvero Zoe Lacchei.
Iniziamo di consueto con qualche nota biografica. L’artista di oggi è nata in un paese della provincia di Roma, sul suo sito non viene specificato quale, ma si capisce che questo luogo ameno e lontano dalla città ha avuto un ruolo fondamentale nella sua formazione emotiva e professionale tanto che in mezzo ai suoi coetanei si è sempre contraddistinta per il suo essere introverso e fuori tendenza. Non a caso è finita in questa rubrica. Dopo aver conseguito gli studi secondari, Zoe Lacchei ha iniziato ad interessarsi alle sue passioni di sempre, ovvero lo studio del corpo umano e la cultura giapponese, due tematiche che si incontrano spesso nelle sue opere di cui oggi vi proponiamo qualche esempio. Degna di nota è senz’altro è la raccolta di 13 dipinti realizzati nel 2004 per il Disco d’oro di Marilyn Manson (Golden Age of the Grotesque), un’esperienza che non solo ha contribuito ad affermare la sua abilità nell’ambito pittorico ma si è guadagnata molta fama nell’ambiente artistico, tanto che la collaborazione con il cantante statunitense continua ancora oggi. Fa uso di diverse tecniche e pochi colori, un carattere distintivo della suaa sperimentazione artistica.
Oltre ad un bel curriculum di mostre e collaborazioni, leggera alla voce Dorothy Circus, Jonathan LeVine Gallery, Mondo Bizzarro, Mondopop e La Luz de Jesus, la nostra artista è una delle principali promotrici dell’arte della seduzione che qui si rivela nel suo totale splendore quando di fronte ad occhi scrutatori, quelli di chi si sofferma a guardare le opere di Zoe Lacchei, si esibisce il silenzio movente di fanciulle bellissime, le quali come tante Lolita catturano con lo sguardo, implorano di essere scrutate e attraversate fin dentro l’anima mentre animali di diverso genere e alcuni di essi apparentemente pericolosi si insinuano tra le linee delle curve deliziose che si lasciano inseguire in ogni dettaglio morfologico. Oltre alla bellezza seducente dei personaggi femminili rappresentati, avvolti nella loro aurea dark e surreale, nelle opere dell’artista romana si percepisce la sua tendenza a volere descrivere attraverso il disegno quella ricercatezza di particolari che si rintraccia nell’arte giapponese, quella di molti artisti con i quali vi abbiamo deliziato nelle puntate precedenti, come Kazuki Takamatsu e Junko Mizuno, due menti che realizzano opere completamente diverse da Zoe Lacchei ma che hanno in comune con quest’ultima la propensione verso un certo tipo di bellezza a metà tra l’etereo e il carnale che nell’artista romana è a volte solo la prima, molto spesso la seconda. Una Lolita di carta.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!