A colpi di luce 3.0: Tiziana Nanni


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Ciao Tiziana, parlaci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Nelle tasche ora non ho nulla, ma le cose che più frequentemente ci trovo sono le chiavi dell’auto, un accendino e una chiavetta usb.
In questo momento mi trovo nella mia mansarda, il luogo in cui lavoro e in cui spesso mi rifugio.
Quando non vorrei essere dove sono, è qui che più amo stare.

Se il tuo lavoro non fosse la fotografia, cosa pensi che faresti come seconda scelta e perchè?
Ho frequentato la scuola d’Arte, e mi sarebbe comunque piaciuto avere un impiego creativo, anche se poi negli anni ho svolto qualsiasi tipo di lavoro, dalla commessa all’operaia.
La Fotografia è anche il mio lavoro ufficiale da circa quattro anni , ed è diventata tale con molti sacrifici ed impegno.
Probabilmente, siccome mi rilassa molto cucinare, inventare ricette (e mangiare), non mi vedrei affatto male come come cuoca.

Racconta episodio che ha in qualche modo segnato il tuo avvicinamento o la tua visione fotografica.
Un episodio su tutti che senza dubbio mi ha toccata profondamente ed in modo indelebile, un autoregalo di compleanno fortemente desiderato: gennaio 2010, mostra di Francesca Woodman a Siena.
Piansi molto. Rimasi scossa per giorni e giorni.

Sei anche una wedding photographer, e visto il tema che affronti nel tuo lavoro, cosa pensi che sia per te l’amore, esiste, non esiste, ha importanza, quanta?
L’Amore è costantemente al centro del mio modo di sentire la vita, ed ha moltissima importanza.
Tutte le scelte che ho fatto, anche quelle più dolorose, sono state prese in nome di questo sentimento, ci credo tantissimo, e quindi, per me, esiste.
Ovviamente avere questa visione romantica mi aiuta molto ad entrare nel mood giusto per affrontare un universo fotografico a parte che è quello della Wedding Photography, dove è fondamentale che si creino un’empatia ed un’alchimia con i soggetti e con la situazione che stanno vivendo in quel momento.

Soggetti maschili e femminili immersi nella natura e nell’architettura, queste le tue altre foto, è così che siamo? Immersi nelle cose più grandi di noi cercando di distinguerci?
Immersi nelle cose più grandi di noi, ma cercando equilibrio ed armonia con esse, il nostro posto nel mondo.
La natura è come un teatro infinito dallo scenario mutevole, e spesso ho amato ambientare i miei scatti in questo contesto, anche perché ho la fortuna di avere ad un passo da casa un luogo immerso nel verde che per me è magico, un posto dove spesso vado anche solo per pensare.
Tendo a ritrarre donne e uomini (compresa me stessa) alle prese con le loro fragilità , perciò spesso, in realtà prediligo luoghi molto più intimi, come interni domestici, o posti che in qualche modo hanno a che fare con me o con il vissuto della persona che fotografo.
Ciò che mi intriga del soggetto non è la realtà, ma la sua verità, mi piace che l’immagine non “dipinga” semplicemente l’esteriorità di qualcuno, o la sua bellezza apparente, ma che ne rappresenti un’idea e un significato meno superficiale.

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Cos’è per te la fotografia? Citi Pessoa che dice “in realtà non possediamo che le nostre sensazioni” quali sono le tue quando fotografi?
Per me la fotografia è più un “sentire” che un “vedere”, perciò quello che cerco costantemente è provare emozioni e sentimenti, immergermi nell’anima delle cose, nella loro bellezza, ma più spesso in quello che c’è dietro la superficie.
Credo che senza emozioni e sensazioni non siamo niente, nel bene e nel male, e che avere il coraggio di viverle ed affrontarle anche quando fanno male e inducono crisi e paure, ci metta in condizioni di crescere, di conoscere noi stessi nel profondo.
Questo, per me, vale anche in fotografia: le sensazioni sono un elemento imprescindibile tramite il quale si crea un legame con chi è “in ascolto”, sono un codice, un medium comunicativo che non necessita di parole.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Quali sogni nel cassetto ancora da realizzare?
Fotograficamente parlando, ho un’idea che ha iniziato a prendere forma circa un anno fa, e che ora forse comincia ad essere più concreta, una specie di progetto personale in pellicola che comunque richiederà molto tempo e pazienza prima di essere portato a termine.
Invece, il sogno di fare della mia passione anche il mio lavoro si sta già realizzando, e credo di essere piuttosto fortunata a lavorare con ciò che più amo.
Il mio cassetto, comunque, immagino non si svuoterà mai del tutto.
E, forse, è bello che sia così.

Hai mille interessi a parte la fotografia, grafica, arte, pittura, disegno, musica, cinema, quanto sono importanti queste cose per te e sopratutto influenzano il tuo modo di vedere le cose nella fotografia? In cosa e come?
Sicuramente si. Credo che tutto quello che in tutta la nostra vita studiamo, vediamo, leggiamo, ascoltiamo, ma soprattutto viviamo, ci influenzi moltissimo, e contribuisca in maniera importante alla formazione del carattere e dei pensieri ; In sintesi, citando Bruno Munari: “Ognuno fotografa ciò che sa”,
e questo fa di ognuno di noi un “essere unico”, con le proprie visioni, e le proprie idee, il proprio stile.

L’intervista è conclusa ma prima consigliaci un fotografo, un illustratore, un pittore, un album, un film.
Non è una scelta facile quella che mi chiedi di fare, perciò nominerò quello che in qualche maniera è stato più rappresentativo per me in tempi e modi differenti.
Come fotografo (va da sé per ciò che ho raccontato prima), non posso che citare Francesca Woodman: conoscere la sua storia e la sua opera ha avuto senza dubbio un impatto fortissimo sul mio modo di sentire la Fotografia.
Di pittori te ne nomino due, Caravaggio ed Hopper, per la rappresentazione della luce e per la vita e l’emozione che scaturiscono in maniera naturale dai loro dipinti.
Di album, come di films, ce ne sono molti che amo, ma devo sceglierne solo uno, quindi ti dico “Funeral” degli Arcade Fire per gli album, ed “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” di M.Gondry per i films.
Come illustratore, invece, vorrei consigliare a tutti di andare a vedere i lavori pieni di delicatezza e di poesia di una ragazza molto giovane che si chiama Sofia Rondelli, per me un grande talento, ed una piacevole scoperta.

Ringraziamo Tiziana Nanni per averci concesso l’intervista e vi invitiamo a visitare il suo sito: http://tizianananni.tumblr.com

 

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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