Non so voi, ma io sono un nostalgico cronico.
È una malattia la mia, lo so, anche se non saprei affibbiarle un nome. Un limite tremendo della mia testa che cade spesso in loop su episodi passati, amori andati, viaggi indimenticabili.
E lo so, so che non avrei motivo di esserlo. Voglio dire, tutto sommato sto benissimo anche ora, e non sono di certo logorato dai rimpianti. E so anche che probabilmente starai pensando “vabbè ma che c’entra. Anche a me capita di ripensare spesso a queste cose”.
Ma il confine tra un nostalgico cronico e una persona normale è che il primo non riesce ad affrontare la vita con serenità e spensieratezza, perchè convinto del fatto che non sarà mai più felice come lo è stato allora. Che poi l’ “allora” in questione sono gli anni del liceo, e viene facile pensare che a quei tempi sì, a quei tempi bastava poco per sentirsi felici.
Già, guadagnarsi il diritto di essere felici, togliersi limiti e condizionamenti dalla testa, abbandonare paure, consapevolezze, far uscire allo scoperto la parte più incosciente di noi, partire per un viaggio lungo una vita, fare il bagno al tramonto, lasciarsi accarezzare dal vento, sorridere ai raggi del sole, sentire il profumo della pelle che ami, la morbidezza di un cuscino da dividere in due, gustare la dolcezza e la sapidità dell’attimo, del momento. Magari senza pensarci troppo. E senza patetiche considerazioni come quelle del sottoscritto.
Untitled Underwear Project con tanto di sottotitolo Portraits of An Unencumbered Life (che puoi tradurre con Ritratti di una Vita Libera, lasciando a quel “libera” il potere di trasformarsi in “spensierata” ) è un progetto fotografico ma anche cinematografico del californiano Josh Penn Soskin, già autore di diversi capolavori che ti consiglio vivamente di guardare sul suo profilo Vimeo.
Un progetto girato tutto con pellicola, lontano dai leziosismi tecnici e iniziato qualche anno fa con lo scopo di ritrarre persone (di qualsiasi età, sesso e razza) in abbigliamento intimo, cercando di carpirne l’aspetto quotidiano, quello sexy, quello banale, romantico, solitario, intimo, personale e tutto quello che essere “mezzi nudi” (nel senso letterale e figurato del termine) implica.
Ne esce fuori un gigantesco progetto che racconta la felicità. Genuina. O magari costruita.
Alla fine sta a te scegliere. Trovare il coraggio di essere felici, o aspettare che passi. Perchè tanto, alla fine passa sempre.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.
