L’uomo è avviluppato in tre strati, la sua pelle, i suoi vestiti e i muri della sua casa… le finestre sono il ponte tra l’interno e l esterno… sono come i pori della pelle. Le finestre sono l’equivalente degli occhi.
Friedensreich Hundertwasser
In questi giorni di primo sole primaverile, quando i fiori sono sbocciati da un pezzo e nel frattempo si lasciano accarezzare dalle gocce di rugiada mattutina, mentre le spiagge si preparano ad accogliere i primi bagnanti che intanto si organizzano per la prova costume dopo le abbuffate pasquali e pasquettare (consentitemi il termine), ecco proprio ora mi piacerebbe, anche solo per poco, essere in California a guardare i surfisti giocare con le onde e a girare tutte le gallerie tra Los Angeles e San Francisco per scoprire cosa c’è di nuovo e quale artista arriverà in Europa da questa terra fantastica tra qualche tempo e raccontarlo a voi in questa fantastica rubrica del martedì nella quale si parla di arte lowbrow, nata non per caso proprio in California. E voi lo sapete bene.
Proprio dalla California, esattamente da Hayward, proviene l’artista di cui vi parlo oggi, ovvero Souther Salazar, classe 1978, il quale dal 2002 ad oggi ha esposto in molte gallerie in giro per il mondo ma soprattutto negli Stati Uniti, la Jonathan Levine Gallery di New York che già conoscete è una di queste, nonché presso la New Image Art di Los Angeles, città dove ha vissuto per un periodo della sua vita, fino alla Motel Gallery di Portland, dove si è trasferito e attualmente vive. Ma la lista si potrebbe allungare vista la sua prolificità in campo artistico dal 2003 quando ha ottenuto il BFA nell’Art Center College of Design di Pasadena in California ovviamente.
Souther Salazar è un artista versatile nel senso che ama sperimentare il suo mondo interiore servendosi in modo eccezionale di diverse tecniche come il collage, la pittura, la scultura e il disegno, un insieme composito di modi di esprimersi che gli consentono di ricreare un insieme variegato di personaggi e storie particolarmente colorate ma che soprattutto sembrano provenire da un microcosmo legato all’adolescenza o al futuro.
Ogni sua opera si mostra ai nostri occhi cos spontaneamente come se nella mente creativa del suo artefice quel tratto semplice e primitivo dell’infanzia non abbia mai perso la sua strada ma anzi lo contraddistingue da molti altri artisti suoi contemporanei e finiti in questa nostra rubrica. In molte sue composizioni si ritrovano alcuni somiglianze con l’arte cromatica e deforme di Friedensreich Hundertwasser con il quale ho aperto questo pezzo, soprattutto proprio nell’incastro perfetto tra morfologia e colori, quella stessa strana combinazione che ha reso celebre l’artista austriaco, padre dell’transautomatismo, una corrente surrealista che punta alla fantasia dell’artista piuttosto che alla sua nterpretazione oggettiva.
Come nell’arte di Hundertwasser anche in quella del nostro artista di oggi si rintraccia una certa propensione al racconto di storie in cui l’architettura, con i suoi elementi circolari e lineari, assume un particolare significato, ovvero va ad alimentare la dimensione ludica e a tratti grottesca dell’insieme: ogni elemento, così come ogni soggetto rappresentato, esseri umani e animali, si alimentano a vicenda come parti di un insieme unico e scomponibile in tante parti.
Rispetto all’artista viennese, i personaggi e le ambientazioni di Souther Salazar sembrano più futuristici poiché rimandano ad un surrealismo architettonico in immanente attesa di compiersi.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!