Mia nonna, che da quando è andata in pensione coltiva gelosamente quello che chiama perentoriamente “il SUO orto” (ponendo un evidente accento su “suo”), ogni mese, ogni settimana, ogni giorno, prima di piantare (o raccogliere) quello che finisce nella NOSTRA (anche la mia) tavola, guarda sospettosa il calendario. Lo fa, buttando l’occhio direttamente nelle colonnine di destra, per capire in che fase è la luna, che lei chiama affettuosamente “gliuna”, non ostentando quel dialetto verace che la rende orgogliosamente una donna d’altri tempi.
Se la gliuna cresce, si pianta tutto ciò che va in fiore; se la gliuna cala, si semina tutto ciò che non va in fiore. Con varie eccezioni che sempre bene seguire.
E sebbene su internet, le teorie su cosa piantare e cosa raccogliere siano tante (troppe), i saggi coltivatori del mio paese sembrano aver trovato un loro codice, che poi altro non è, che il frutto della loro incredibile esperienza, contro la quale, neanche un trattato di mille pagine, è in grado di reggere il confronto. E a fare gli scettici, il rischio è quello di essere presi per pazzi, visto che loro sono sempre pronti a raccontarti quella volta in cui il finocchio che piantarono (non seguendo le fasi lunari) venne fuori piccolo e secco. Immangiabile. O di quell’anno in cui dovettero buttare chili di lattuga per aver erroneamente confuso le fasi.
Che tu ci creda o no quello che orbita intorno al satellite naturale è un variegato mix di credenze popolari misto al fascino dell’occulto e dell’onirico. Si pensa (anche se studi scientifici riducono di molto i campi d’influenza, riducendone di fatto anche il fascino) che la luna sia capace di influenzare le nascite, la crescita, le maree, l’agricoltura, il sonno e persino le malattie mentali (e guai a contraddire gli anziani).
Proprio alla luna, alle sue fasi e al fascino poetico che essa esercita, è dedicato il progetto Moon Phases realizzato dai digital media designer Brady Bei e Yifan Hu, che attraverso una scatola in legno (perfettamente autocostruita) è in grado di mostrare le fasi lunari di qualsiasi periodo dell’anno.
Fin qui nulla di nuovo. Ad essere davvero interessante nel progetto Moon Phases è l’intero processo realizzativo, partito da qualche schizzo su un quaderno ed evolutosi in maniera più concreta attraverso l’utilizzo di piattaforme come Arduino (la bella Italia nel Mondo) e il software Processing. Senza poi contare tutta la bellezza dell’artiginalità, che trovi ben documentata nel blog dello stesso Brady.
Roba da Makers e curiosi.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.