Carissimi lettori di Organiconcrete,in questo ultimo martedì di marzo, che precede il primo di aprile, giorno ricordato per gli scherzi che si fanno ai compagni di classe al liceo, vorrei presentarvi un’artista italiana che di certo non scherza con i colori ma sa come usarli abilmente per la rappresentazione delle sue opere che mi hanno davvero molto colpita. Sono sicura che convincono anche voi.
La nostra ospite di questo martedì velenoso è Silvia Idili, un’artista nata a Cagliari nel 1982 ma che attualmente lavora a Milano dove realizza ciò che potete vedere tra queste righe con cui vorrei descrivere la sua arte. Ha esposto in molte città tra Sassari, Cagliari, Milano, Roma e Bologna e la sua ultima mostra è la collettiva Il reale non basta presso il Museo di Arte Contemporanea di Lissone mentre la sua personale, Visionaria, si è svolta nel 2012 presso lo Studio d’Arte Cannaviello a Milano.
E proprio il titolo della sua personale secondo me racchiude il vero senso della sua arte surrealista e non a caso scelto questa parola come sottotitolo per il pezzo.
La Treccani ci dice che visionario è quella persona che “ha delle visioni, delle apparizioni soprannaturali o delle allucinazioni visive”, oppure che “immagina e ritiene vere cose non rispondenti alla realtà, o elabora disegni inattuabili”. Partendo da questi presupposti l’arte di Silvia idili, la sua pittura così intensamente complessa, ci apre le porte verso una forma delicata di surrealismo, il quale si nutre di soggetti morfologicamente semplici per raccontarci un mondo simbolico che non vuole essere decomposto poiché la sua vera natura la si interpreta al meglio solo quando tutti i componenti sono assemblati, come parti integranti di un ingranaggio il cui valore è dato proprio dall’insieme delle parti.
Tale mondo visionario è composto da figure umane e animali i cui volti sono parzialmente coperti talvolta da pezzi di stoffa e altre volte da forme geometriche colorate, le quali estendono il pensiero dell’osservatore verso un microcosmo di sensazioni incastonato in linee razionali che sostengono la fluidità della rappresentazione: nelle sue opere l’artista cagliaritana ha la visione del silenzio, di quel vuoto silenzioso che accade intorno nonostante i rumori assordanti delle città e il suono delle parole di chi ci gira intorno.
Nella sua pittura delicata ma allo stesso tempo dalle tonalità forti, dove il verde della natura entra in contrasto con la vivacità e in alcuni casi con l’opacità dei soggetti raffigurati, si celebra la visione dell’individuo moderno, del suo apparire o forse meglio del suo trasparire diversamente a seconda delle circostanze, cambiando di volta in volta figura geometrica ma che nonostante ciò nella sostanza egli si ciba ancora di emozioni che lo tengono in vita, vigile e sofferente di fronte al cambiamento a cui siamo sottoposti quotidianamente.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!