Quando si tratta di contestualizzare architetture, quando si tratta di “sostenere” l’ambiente in cui viviamo, di costruire comunque nuovi spazi da abitare (non importa dove e perchè, così come non importa che l’unico terreno a disposizione sia quello dentro un bosco) bisogna fare estrema attenzione alla strada da intraprendere.
Progettisti e architetti, in questi casi sono soliti dividersi in due categorie: la prima tende a voler creare un forte impatto visivo tra edificio e ambiente, il più delle volte creando forzatamente un gap tra preesistenze e nuove architetture (di fatto, fregandosene altamente anche della storia del luogo e scatenando l’ira di chi abita intorno), la seconda invece mira a percorrere una strada più morbida, che è quella di studiare e rispettare il luogo, la sua storia e chi vi abita. Che poi forse è anche la strada più difficile, perchè potrebbe voler dire scendere a compromessi.
Di certo la Mirrored Home dello studio polacco Reform pur non scendendo a compromessi, è riuscita integrarsi perfettamente nel bosco di Izabelin, vicino Varsavia. Si tratta principalmente di due volumi orizzontali sovrapposti, che grazie a un intelligente gioco di specchi che rivestono il blocco inferiore, sembra galleggiare nell’aria.
Quella degli specchi, sebbene non sia un’idea così innovativa, garantisce un ottimo impatto ambientale, proponendosi come un’estensione del sottobosco, rispettando la natura e mimetizzandosi perfettamente all’interno di quest’ultima.
Al piano inferiore il legno usato ha la stessa tonalità della terra circostante, indice di un’estrema attenzione ai dettagli e di una linea coerente e rispettosa nei confronti delle pressistenze.
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Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.
