READING

Me and You: dinamiche di storie d’amore tutt...

Me and You: dinamiche di storie d’amore tutte uguali


me and you

Al liceo, la mia professoressa di Filosofia disse che le storie d’amore sono tutte uguali, suscitando l’insurrezione di chi a quei tempi, era nel bel mezzo di una tempesta ormonale, assillato da idealismi, e proiettato verso un futuro utopico.
A pensarci bene e a voler mettere da parte tutto quel sentimentalismo (forse) scomodo e poco lucido, con la tranquillità di chi si gode la quiete dopo la tempesta, le storie d’amore sono davvero tutte uguali, mostrando spesso dinamiche e fasi, che come un loop innescato involontariamente, finiscono col ripetersi.
Il punto è, la prospettiva con la quale le storie vengono guardate, la relatività dei sentimenti, l’ottica delle emozioni. Perchè poi, a (ri)pensarci bene, finisce che la memoria e l’inconscio ti giocano il brutto scherzo di rievocare un profumo, un oggetto, un suono, magari una canzone, un film che avete visto insieme, il colore del piumone che avete condiviso per mesi, il peluche con il quale vi prendevate in giro, il modo in cui usava legarsi i capelli poco prima di fare l’amore. Finisce, dicevo, che alla fine sei ingabbiato pure tu che pensavi di essere refrattario.  E un po’, dico giusto un po’, con l’ottica masochista di chi ama perdersi nei ricordi per farsi del male, ti righi il viso di lacrime.

Con una prospettiva del tutto aerea (nel senso letterale del termine) e con la velocità di un video di 7 minuti e 20 secondi, Me and You, scritto e diretto dal duo Jack Tew e Sorcha Anglim (Feels Film), affronta un rapporto contraddistinto dalle “solite” inequivocabili fasi che assapora (con un piacevole pizzicore) il pepe delle “prime volte”, per poi passare all’abitudine del “già sentito” e infine scadere nel mutismo dell’incomunicabilità.
Il tutto in uno scenario intimo e personale come la camera da letto, che si macchia man mano della presenza altrui, come uno stampo indelebile lasciato sulla pelle, un tatuaggio invisibile da poter mostrare solo a se stessi e talvolta all’altro. Per ricordarsi, sì, di quella volta in cui eravamo felici.

La fine non ve la spoilero, ma se pensi alla vita, ai rapporti (e alle loro fasi), secondo me lo capisci da solo.
E QUI trovi pure un simpatico e istruttivo Making Of del film.

me and you_film_3 me and you _film_4 meandyou_film_5 meandyou_film_6 meandyou_film_2 meandyou_film_1

 


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

Commenti

commenti