Entrare in libreria con l’intento di comprare un libro, senza avere ben definita l’idea di cosa voler leggere, aggirarsi tra gli scaffali, talvolta perdersi e rimanere assorti nella lettura della sinossi, o magari delle prime pagine. Accarezzare, sfogliare, sentire la carta grezza delle edizioni economiche, quella patinata dei libri fotografici, percepirne l’odore, il profumo, sentire persino il rumore della tipografia che l’ha stampato. Non prima però di essere attratti dalla copertina, che (lo sanno pure i muri) è il principale mezzo pubblicitario di un libro posizionato vicino ad altri novanta libri. La copertina è l’anima del marketing in libreria e uno degli elementi fondamentali che determinano la scelta di un libro piuttosto che un altro.
Tuttavia, la magia del poter guardare e poi toccare, online, si annienta. Addio sensazione tattile, addio profumo di stampa, addio fruscio delle pagine che scorrono accompagnate dal pollice. Non resta che il nostro occhio a guidarci e talvolta il parere degli altri. Perchè magari la copertina ti piace, ma com’è la carta? Quanto profuma? Che storia c’è dentro? E finisci col chiedere aiuto a papà Google, che a sua volta chiede aiuto a tutti quelli che il libro lo hanno già comprato.
Sull’importanza di una copertina affabile o quantomeno piacevole agli occhi, è basato il tumblr Kindle Cover Disasters che al contrario, raccoglie i disastri grafici di ebook spesso in vendita su Amazon e disponibili per il kindle.
Il frutto probabilmente, di tuttologi improvvisati grafici, improvvisati a loro volta scrittori, poi improvvisati esperti di marketing, editori e talvolta persino esperti comunicatori. Così, giusto per non farci mancare nulla e dar manforte alla filosofia del Do It Yourself, che avanza imperante (Forse, dico forse, hai preso troppo alla lettera questa filosofia?).
Una raccolta incredibilmente disgustosa, spesso divertente, da guardare e riguardare per imparare (qualora ce ne fosse bisogno) che certe cose no, non vanno proprio fatte.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.