Ogni anno, a inizio anno alla fiera dell’est, per due soldi… come non detto, ricominciamo.
Ogni anno, a inizio anno alla fiera di Rimini si tiene un colorito evento di settore lungamente atteso nel corso dell’anno tra lacrime nostalgiche spremute nei ricordi delle passate edizioni e gli ormoni da sedicenni impazziti – quelli sopravvissuti per lo meno – in piena ansia pre partita. Questo evento di settore ha cambiato nel tempo vari nomi e formule, rimanendo nella sostanza soprattutto una bella occasione di scoperte, rincontri e conferme. Quest’anno “Rimini” ha preso il nome di “Beer Attraction 2015“, ma chissà quali altre diavolerie interverranno nel futuro.
L’edizione appena trascorsa, svoltasi nelle giornate tra il 21 e il 24 febbraio, ha tentato di strizzare l’occhio al “popolo” oltre che al mondo del business commerciale, aprendo per la prima volta al pubblico nelle giornate di sabato e domenica. Peccato che il caritatevole intento poi nella pratica richiedesse un costo di entrata di oltre venti euro, consumazioni escluse, risolvendosi di fatto in una mossa se non altro discretamente lontana dalle consuete abitudini avventori del mondo “birra”.
L’aspetto innovativo di quest’anno è stata anche l’apertura ai produttori stranieri, con la possibilità di testare prodotti inconsueti e difficilmente reperibili nel nostro paese. La fiera ha mantenuto tuttavia un carattere fortemente “nazionalista”, dando spazio a tantissime realtà variamente collocate nel nostro territorio tra birrifici oramai molto affermati anche all’estero e altri alle primissime apparizioni e dalla diffusione limitata. Quest’ultima possibilità resta indubbiamente di anno in anno di notevole interesse, consentendo la scoperta di realtà altrimenti pressoché sconosciute.
A Rimini come ogni anno si tiene, oltre alla manifestazione, il concorso “Birra dell’Anno” organizzato da UnionBirrai, evento principale di competizione a tema “birra” nel nostro territorio. Il concorso premia le tre birre migliori per ciascuna delle 26 categorie di iscrizione e ha registrato in questa edizione la partecipazione record di più di 800 birre iscritte nel complesso, per la gioia immensa dei giudici presenti. Per chi ha seguito nel tempo l’avvicendarsi dei risultati e l’evolversi delle migliori produzioni del nostro territorio “Birra dell’Anno” resta sempre un’occasione di riflessione importante sul dove ci troviamo e dove stiamo andando.
Il concorso rappresenta inoltre una situazione di confronto sempre più competitivo di anno in anno, risultando sempre più difficile emergere ad ogni nuova edizione anche per i Birrifici più affermati, spiazzati a volte, se non dagli ultimi, dai penultimi arrivati.
E quest’altra nota di condimento allarga ulteriormente gli spazi di interesse per l’avvenimento.
Ad ogni modo, tra le mille riflessioni possibili dallo sguardo alla classifica finale si possono stilare un paio di considerazioni principali. Una delle conferme più importanti è il costante successo di Birra del Borgo, premiato “Birrificio del’Anno” al rush finale con il Birrificio Baladin.
Entrambi hanno ottenuto varie medaglie, ma alla fine il birrificio laziale ha collezionato un punteggio migliore, grazie anche all’indubbia capacità di realizzare birre eccellenti in una ampia varietà di stili differenti.
Tra le conferme c’è anche il Birrificio Lariano, tra i migliori del nostro territorio, premiato anche quest’anno con l’oro nella ambitissima categoria delle “Italian Lager” con la Grigna. In costante ascesa, tra gli altri, il Birrificio del Forte, con due medaglie d’oro e un bronzo e il Birrificio Foglie d’Erba, a riprova della costante qualità mantenuta nel tempo.
Tra i “giovani” di valore crescono ancora MC-77 (la Fleur Sofronia conquista l’oro anche quest’anno), Retorto, Birra Perugia e Math e si affacciano all’orizzonte alcuni produttori emergenti di indubbio interesse.
Tra questi ultimi c’è indubbiamente da citare Birra Elvo tre le basse fermentazioni e alcuni colpacci piazzati da Argo, Mezzavia e Birrificio Valcavallina. Non sono mancate quest’anno anche le “delusioni”, rappresentate da alcuni birrifici affermati che hanno fatto fatica ad emergere. Tra questi indubbiamente il Birrone, fresco del titolo di Birraio dell’anno 2014 lo scorso gennaio, ha trionfato con l’oro della Heaven & Hell in una categoria a lui inconsueta, rimanendo tuttavia a secco nel proprio ambito, le basse fermentazioni. Così anche il Birrificio del Ducato e il Birrificio Italiano, strapremiati nelle passate edizioni del concorso.
Per chi vuole sbizzarrirsi in pippegiamenti estremi la classifica finale offre differenti spazi di manovra. Io sono già curioso per il prossimo anno e cosa ne verrà fuori, anche se Rimini resta sempre una conferma.
Umberto Calabria
Umberto (JJ) Calabria - Jungle Juice Brewing, autistico della birra e ancora "homebrewer" della domenica. "Liutaio" del sabato pomeriggio se ci scappa. Laureato e lavoratore per errore il resto della settimana. Curioso come una scimmia, sempre.