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A colpi di matita 3.0: Silvia Rocchi

A colpi di matita 3.0: Silvia Rocchi


illu febbraio

Sei al microfono di una radio e devi trovare lo sketch giusto per presentarti…3….2….1…..ON AIR
Ciao sono Silvia Rocchi e sto disegnando una faccia a lato del foglio, come sempre quando mi trovo in uno spazio bianco con cui devo prendere confidenza.

Immagina di trovarti davanti ad un bambino e di dovergli spiegare in cosa consiste il tuo lavoro.
Gli direi che disegno da quando avevo gli anni che ha lui adesso (che sia un bambino di 3 o 7 o 10 anni non importa, disegno da sempre.) e probabilmente ci metteremmo a scarabocchiare insieme.

Lo starter kit di ogni illustratore comprende:
Di ogni illustratore senz’altro ci sono matite e gomma.
Nel mio ci sono: matite colorate, grafite, acrilici, inchiostri a base di olio e/o acqua, pastelli a olio, carta di vario tipo.

Qual è l’episodio legato all’illustrazione che ricordi con più piacere? E con più dispiacere? Ti va di raccontarceli?
Il ricordo più piacevole strettamente legato all’illustrazione, è del 2012, anno in cui sono stata selezionata alla fiera del libro per ragazzi di Bologna, ero con Viola Niccolai (anche lei selezionata!), amica e collega di sempre, per questo lo ricordo ancora più volentieri.
Invece ricordi molto spiacevoli non ne ho, ma più in generale posso dirti che provo un grande fastidio quando sento il termine “illustrativo”usato in tono sprezzante. Purtroppo è un atteggiamento diffuso soprattuto in ambito pittorico/accademico.

Ti va di giocare con me? Ti spiego subito come funziona: prenderò un foglio totalmente bianco e farò tre segni a caso sopra, lo scopo del gioco è quello di, partendo da quei tre segni, dare vita ad un disegno di senso compiuto.
Per fare il disegno non avrai a disposizione mezza giornata, ma solo pochi secondi…anzi, visto che sono buona, facciamo un paio di minuti :P

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Persone da tener d’occhio: una colonna dell’illustrazione e un emergente da “esplorare”
Colonna: Ferenc Pintér, grande fonte di ispirazione, lo considero un genio in tutto, da come gestiva i tagli compositivi e gli accostamenti cromatici. Poi il modo stesso di dipingere: essenziale.
Tra gli emergenti, Blaise Larmee, un fumettista americano figlio del pittore Kevin Larmee.
Mi piace perché domina tante tecniche diverse senza mai perdere la sua unicità.

Sbirciamo nel tuo futuro “prossimo”: a cosa stai lavorando in questo momento? C’è qualche progetto che hai voglia di condividere con noi?
Sto concludendo il fumetto al quale lavoro da un anno e mezzo , ispirato al caso di Ettore Majorana, sceneggiato da Francesca Riccioni e in uscita a fine aprile per i tipi di Rizzoli Lizard.
Ho poi in cantiere una storia alla quale sto lavorando con Alice Milani. Sarà un fumetto di circa 130 pagine che trae ispirazione da un viaggio in moto che abbiamo fatto la scorsa estate, dalla Croazia alla Serbia fino in Montenegro. Abbiamo ultimato lo storyboard tempo fa e stiamo cercando un editore interessato.

Domanda bonus: La prima cosa che faccio una volta scelto l’illustratore che mi piace, è aprire e riaprire e riaprire mille e mille volte il suo portfolio, cercando un contatto con le immagini. Osservando le tue ho avuto l’impressione che all’interno dei volti che disegni, delle ombre che delinei, si celasse un mondo parallelo fatto di sensazioni, di passioni e di sentimenti. Sembra che i tuoi personaggi siano senza maschere, che svelino in modo palese il fardello di pensieri, dubbi, paure, gioie che si portano dentro. Questo è quello che ho percepito dando il mio senso ai “tratti di matita” e ai “getti di inchiostro” che utilizzi nelle tue illustrazioni. 
Da dove parte la tua ricerca stilistica?
Quali elementi della tua tecnica pensi arrivino prima nel confronto con l’osservatore?
Mi fa piacere che noti questa serie di cose, perché è la somma delle emozioni che provo io quando lavoro. Non ho un’idea precisa riguardo a dove parte mia ricerca stilistica, posso dirti che ho una formazione pittorica e prediligo un certo tipo di disegno, fatto di solchi, di atmosfere, di ambientazioni fluide. Ma se ti dovessi dire con esattezza a quale “corrente” mi ispiro non saprei dire. Come esercizio, cerco sempre di guardare con grande curiosità senza mettermi dei paletti mentali, cosa che facevo regolarmente in passato.
Rispetto alla tecnica spero che un osservatore ignaro di passaggi di rulli, inchiostri, stampe, o velature viniliche di acrilici, noti il disegno nel complesso che sia colpito da quello che il racconto o il fumetto (dipende dal caso) suggerisce. Penso che un lavoro sia riuscito quando chi lo guarda non resta impassibile, sia nel caso in cui lo consideri eccessivamente pittorico o ridondante per un certo tipo di struttura (penso al fumetto) o che lo emozioni in senso positivo. L’importante è che ci sia una reazione in una delle direzioni, l’indifferenza di fronte a una qualsiasi opera artistica è quanto di più deprimente possa accadere.

Ringraziamo Silvia Rocchi per la sua disponibilità e vi invitiamo  a visitare il suo blog: http://www.silviarocchi.com/

betulle 1

coppie miste 2 A

coppie miste 2

Merini p 30

monotipo

pagine 2-3 coppie miste 1

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Marta Latini

Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...

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