L’ultima volta che ho visto una cosa così strana e assurda (ma incredibilmente bella) ero davanti alla faccetta innocente e un po’ svampita di Gael García Bernal che innamorato come un pesce lesso di Stephanie, era alla ricerca di qualche strambo metodo per conquistarla. Intanto, dietro le quinte, Michel Gondry, con il suo “L’arte Del Sogno” (che suppongo tu abbia visto e rivisto, ma se non l’hai fatto è bene (e doveroso) che tu lo faccia) gettava le basi di quella che sarebbe diventata con gli anni (ne sono bastati pochi), una pietra miliare del cinema internazionale.
Per quanto azzardato possa essere il paragone, A Very Short Film, realizzato da Julien Vallée & Eve Duhamel (duo canadese fondatore dello studio Vallée Duhamel, a cui vi consiglio caldamente di dare un’occhiata), mi riporta davvero alle atmosfere de “L’arte del sogno”, con la neve fresca che cade copiosa all’interno delle case, palloncini pesanti come macigni che sfidano un’assurda gravità, fasci luminosi che colorano qualsiasi oggetto entri nel loro raggio d’azione e buchi neri appena dipinti che prendono vita.
Coadiuvato dalla musica della canadese Kroy, A Very Short Film è uno short movie che somiglia a un sogno, che a sua volta somiglia a un capolavoro, che a sua volta somiglia a un’opera d’arte.
Da gustare in quel minuto e trantacinque, perdendo la cognizione dello spazio e del tempo, e immaginando le infinite possibilità dell’impossibile.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.