Ciao Gustav, parlaci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
In tasca, al momento, non ho niente, perché mi sono appena alzato.
Mi trovo a La Villa in Alta Badia, sono sul terrazzo dove bevo un tè caldo e respiro un po’ di aria fresca di montagna.
Durante queste giornate mi piace vivere qua in mezzo alle Dolomiti, dove regna la tranquillità. A volte però sogno di essere in un altro posto, magari al caldo dato che qui le temperature sono basse.
Sei spesso tra l’Italia e la Svizzera, cosa ti piace della Svizzera mentre sei in Italia e cosa ti piace dell’Italia mentre sei in Svizzera?
Ultimamente sono per maggior parte del tempo in Italia, la Svizzera é diventata un po’ secondaria. Diciamo che in Svizzera ho iniziato la mia carriera come fotografo e ora la sto approfondendo qua nelle valli ladine. La prima cosa che ho notato quando sono andato in Svizzera, era sicuramente la precisione e la voglia che hanno gli svizzeri di essere sempre un passo avanti… non parliamo della puntualità!! In piú la cultura dell’arte ben sviluppata.
Dell’Italia? ..sono nato e cresciuto qui. l’Italia è casa.
Racconta l’episodio che ha in qualche modo segnato il tuo avvicinamento o la tua visione fotografica.
Con la fotografia ho avuto un incontro casuale. Frequentavo la scuola d’arte in Svizzera e studiavo pittura e scultura. Poi, per curiosità e un po’ per comodità, sono passato alla fotografia. Era più pulito lavorare con la macchina fotografica nel mio appartamentino a Zurigo, invece di lavorare con il gesso e vari materiali. Chissà, forse un giorno ritornerò a fare sculture :)
A cosa pensi quando sei in viaggio, mentre scatti fotografie durante i tuoi viaggi? Cos’è per te la fotografia.
Per me la fotografia è sicuramente un modo per raccontare storie e per creare qualcosa. Sinceramente non ho mai fatto caso a cosa penso mentre fotografo. La prossima volta ci farò caso :) . La fotografia ti lega a un posto e a un momento, ti fa avvicinare alle persone. Spesso quando sono in viaggio, la macchina fotografia è un mezzo per conoscere e per dialogare con la gente che altrimenti non avrei l’occasione di conoscere. Questo mi piace della fotografia.
Tra tutti i tuoi progetti il mio preferito è “Das.su.” cosa intendi per solitudine, come è nata l’idea per questo lavoro?
La persona sola e isolata è spesso protagonista dei miei lavori. Nella serie Das.su troviamo la persona che sembra essersi persa in un paesaggio sospeso. Questa serie é una continuazione della serie Perat. Ho cercato di trasmettere una sensazione di tranquillità, solitudine e malinconia allo spettatore.
Penso, anche se ho la fortuna di essere circondato da una bella famiglia e cari amici, che in fondo siamo tutti molto soli.
Da cosa, in generale, ti lasci ispirare per i tuoi lavori e, nel particolare, cosa provi quando guardi le foto, finite, appese, durante una tua mostra?
Spesso le mie serie si sviluppano con il tempo. Mi lascio specialmente ispirare dal posto dove mi trovo nel momento dello scatto. Penso che ogni luogo abbia una parte bella e particolare da scoprire. Vedere le mie fotografie esposte in una mostra è sempre una soddisfazione.
Cosa fai quando non scatti foto? Come passi il tuo tempo libero?
Di solito se non faccio foto, le elaboro. La mia vita giornaliera é legata alla fotografia dato che il mio lavoro è il mio tempo libero e viceversa.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Hai ancora dei sogni che senti di dover realizzare?
Al momento mi sto preparando per una mostra che avrà luogo durante l’estate e lavoro a vari progetti con architetti, in più sto selezionando i miei lavori per una pubblicazione. Inoltre faccio parte di un gruppo di lavoro che organizza un’esposizione a cielo aperto con installazioni artistiche, anche questa si terrà durante l’estate.
Sogni? diciamo che non smetto mai di sognare ma mi piace vivere passo per passo.
Ultima domanda: consigliaci un film, un libro, e un fotografo da tenere d’occhio.
Guardo spesso e volentieri film, ma un film che consiglierei, dato che parliamo di fotografia, è il film”Il sale della mia terra” di Wim Wenders che racconta del fotografo Sebastião Salgado. Salgado è stato uno dei primi fotografi che ho stimato molto. Il bello del film è che ti fa capire come un fotografo non si limiti solo a fare foto, ma che grazie agli scatti uno può movimentare tante altre cose. Altri 3 nomi che vorrei citare sono sicuramente Edward Burtynsky, Lee Jeffries e Jimmy Nelson. L’ultimo libro che ho acquistato l’ho preso a New York all’ Aperture: The Photographer’s Playbook, è una raccolta di pensieri e storie di vari fotografi. Un libro da mettere sul comodino.
Ringraziamo Gustav per la sua disponibilità, qui il link al suo sito:http://www.guworld.com/
Giuliana Massaro
Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.