Si parlava tempo fa della nuova scena di fermento londinese e del pullulare di birrifici che cicciano a destra e a manca in giro per la sconfinata capitale inglese. Effettivamente l’offerta birraria della città è attualmente quanto di più fervido e variegato del nostro continente, spaziando da i tradizionalissimi pub tutti cask e hand pump targati Camra ai nuovi birrifici molto underground e di influenze nettamente più moderne, instaurati talvolta nei meandri più reconditi ed impensabili della City. Mancava però quel non so che di stampo tipicamente “nostrano” sul tema, destinato a caratterizzare anche nel circuito birrario londinese quell’italianità ben presente e radicata da tempo in molti altri settori. Quel “non so che” di cui parlo è venuto casualmente ad esistere ufficialmente pochissimi giorni fa, dopo mesi di fatiche, incertezze e rinvii, aprendo al pubblico come “The Italian Job“.
Per chi ha seguito con un certo interesse e coinvolgimento i movimenti recenti della scena londinese, l’apertura di “The Italian Job”, con voci e commenti che si inseguivano nel tempo che manco le allegre comari di Rossor, è stata un pensiero ricorrente e vissuto, quasi un “sentirsi parte” in qualche modo della vicenda. Il locale ha finalmente aperto i battenti lo scorso 13 febbraio con rimpatriata ufficiale di avventori sull’asse Italia-Uk, dopo un faticoso lavoro che ha coinvolto i due principali ideatori nostrani del progetto, Giovanni Campari, ormai più che affermato birraio del Birrificio del Ducato – il più premiato del nostro territorio all’estero – e Marco Pucciotti, giovane e abilissimo publican romano, ben noto per aver avviato diversi locali di successo della capitale come il Barley Wine, l’Hop n’ Pork e il ristorante Epiro.
“The Italian Job” di fatto nasce come primo locale di Londra e del Regno Unito interamente dedicato alle birre italiane. Grande spazio ovviamente avranno le produzioni del Ducato, ma le dodici spine presenti (dieci più due pompe), assicurano da sole un’ampia offerta delle variegate realtà italiane, completata da un’estesa lista di etichette in bottiglia. La particolarità di questa apertura risiede evidentemente nel significato. Come affermato dai titolari, infatti, l’idea di dedicare il locale ad una completa offerta di birre italiane non rappresenta una novità in sé nel nostro territorio, ma la scelta dell’apertura all’estero risulta sicuramente una grande innovazione, degna se non altro di attirare curiosità e sviluppare una serie di riflessioni.
La sensazione generale è che il mondo della Birra Artigianale in Italia segua con costanza a crescere e svilupparsi in modalità probabilmente impensabili sino a pochi anni fa. Il numero di Birrifici e progetti produttivi in continuo aumento testimonia uno sviluppo del movimento non nuovo nel trend dei periodi passati, anche se le modalità di incremento stanno sicuramente variando. Molti dei birrifici già affermati stanno da tempo ingrandendosi in maniera cospicua, strizzando l’occhio sempre più verso le esportazioni e i progetti internazionali di ampio raggio. I nuovi al contrario, trovandosi ad operare per forza di cose in un mercato più “competitivo” rispetto al passato, devono prestare indubbia attenzione ai progetti di sviluppo, le prospettive evolutive e produttive, oltre che alla sempre più importante ricerca di qualità e caratterizzazione dei loro prodotti. L’apertura all’estero tuttavia rimane uno dei temi più peculiari del momento, e al contempo più affascinanti. Il particolare apprezzamento e “solidità” dei birrifici italiani in paesi che possiedono una tradizione birraria ben più radicata e influente del nostro non può che destare ottimismo e orgoglio, per un settore che praticamene non esisteva fino ad una ventina di anni fa.
In tali prospettive “The Italian Job” non può che rappresentare un trampolino di lancio importante per il settore e per altre iniziative del genere che potranno essere sviluppate in altri paesi. Sicuramente c’è da auspicarsi un grande successo dell’iniziativa, viste le potenzialità, la cura dell’ambiente e il carattere del progetto, la cui portata, per tutto il movimento italiano, non può che essere supportata ed incoraggiata.
Per i curiosi, gli spedizionieri dall’Italia e i mille mila paesani di Londra che ci capiteranno nei prossimi tempi, “The Italian Job” si trova nel tranquillo e promettente quartiere di Chiswick – 13, Devonshire Road (metro Turnham Green – Piccadilly/District line).
Per chi fosse interessato io mollo tutto per la prossima filiale, Birra Italiana divisione Honolulu.
Attendo sostenitori. Finanziatori accettati con prelazione.
Umberto Calabria
Umberto (JJ) Calabria - Jungle Juice Brewing, autistico della birra e ancora "homebrewer" della domenica. "Liutaio" del sabato pomeriggio se ci scappa. Laureato e lavoratore per errore il resto della settimana. Curioso come una scimmia, sempre.