Ciao Luca, parlaci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
mi trovo a bolzano, non è davvero il posto dove vorrei essere ma al momento sono qui principalmente per questioni lavorative, non credo ci sia un posto in cui vorrei essere in particolare, ovvio ne vorrei vedere un sacco ma dove vivere è secondario al lavoro che faccio e alle persone con cui sono o sarò.
Riflettendoci, il tuo è il primo portfolio che mi capita di vedere così pieno di progetti, com’è che è iniziato tutto e da quanto tempo lo fai?
Ho iniziato a muovere i primi passi nell’ambito della fotografia all’università. Prima di allora non mi ero mai interessato, ma è stato subito amore a prima vista. Facevo foto a tutto, sperimentavo in diversi ambiti, poi pian piano mi sono focalizzato sulla fotografia di moda e di cibo. Ormai sono passati sei anni dalla prima volta che ho impugnato una macchina fotografica e quattro da quando ho fatto di questa passione il mio lavoro.
Racconta l’episodio che ha in qualche modo segnato il tuo avvicinamento o la tua visione all’approccio fotografico.
Devo molto ad un fotografo dell’università che mi ha seguito come mentore quando ero ancora agli inizi. Grazie a lui mi sono avvicinato ai grandi della fotografia e ho potuto sviluppare il mio gusto personale. In particolare il mio stile fotografico è stato fortemente influenzato da Tim Walker, che ammiro perché ha saputo distaccarsi dalla concezione classica della fotografia di moda, creando mondi fantastici e atmosfere oniriche.
Vorrei mi parlassi di come nascono i tuoi progetti fotografici, come procedi nella loro realizzazione, a chi o cosa ti ispiri, ad esempio…
Generalmente lavoro su commissione, ma ho carta bianca per quanto riguarda l’aspetto creativo. Cerco sempre di trovare le atmosfere e la storia migliore per rappresentare ciò che devo fotografare. L’ispirazione può venire da qualunque cosa: canzoni, libri, film, fotografie… Quando ho ben chiara l’idea, ne discuto con le altre persone che collaborano al progetto (truccatrice, stylist, ecc.) ed insieme cerchiamo trovare un modo per realizzarla. Se si tratta di un lavoro che prevede una contaminazione tra fotografia e illustrazione, collaboro con l’illustratrice Norma Nardi in tutte le fasi del progetto, dall’ideazione alla realizzazione.
Tra tutti, quelli che adoro di più sono paper doll, geniale, e diploma, che ho trovato pungente, ironico ma anche e sopratutto vero, a tratti “crudo” per le riflessioni che genera in chi osserva, perché questo nome al progetto, e sopratutto come e da cosa è nata l’idea?
Paper doll fa parte, insieme a Into the Mirror e Calypso, di una serie di progetti che mischiano fotografia e illustrazione. Sono legati all’ambito della moda, ma la reintrepretano in chiave fiabesca e in qualche modo astratta, poiché i vestiti non sono reali ma sono disegnati sul corpo delle modelle.
Il progetto chiamato Diploma in realtà si riferisce alla mia tesi di laurea, il suo vero nome è “Perfetta. Uno sguardo sulla bellezza, oggi” L’idea è nata dal desiderio di analizzare l’ossessione verso l’apparenza che spesso si respira nell’ambito della moda. Trasportando su un manichino (perfetto per definizione), le ossessioni umane legate all’apparire, si crea una realtà distorta e grottesca, che però è fortemente legata alla nostra esperienza. Forse tra i miei lavori è quello concettualmente più forte, anche perché mi ha tenuto impegnato per 6 mesi, di cui la maggior parte dedicati alla ricerca.
Il tuo stile è caratterizzato da linee e forme precise, tant’è che tutti gli oggetti o le modelle ritratte sembrano essere fotografate per un motivo preciso, mai niente è lasciato al caso, se c’è un motivo è quello che vuoi far uscire dalle tue foto, io ci vedo questo, tu cosa pensi delle tue foto? Parli mai di te nei tuoi scatti?
Credo che sia inevitabile che qualcosa della personalità del fotografo traspaia nei suoi lavori, in generale però le mie foto non parlano di me, non sono io il protagonista. Come hai potuto notare, mi piace avere tutto sotto controllo. Nelle immagini che creo ogni singolo elemento contribuisce alla creazione di significato, per cui nulla è lasciato al caso.
Moda: cosa ne pensi di questa forma d’arte, quali sono le tue considerazioni a riguardo, come la vivi, gestisci, fotografi?
Per me la fotografia è un mezzo come un altro per esprimere determinate idee e raccontare storie. Nel mio caso non parlerei di arte, perché sono più legato all’ambito commerciale.
Quali sono i tuoi progetti futuri, i tuoi sogni nel cassetto ancora da realizzare?
Mi piacerebbe lavorare regolarmente per grandi marchi e magazine. Al momento sto impegnando molte risorse nel networking, con viaggi di lavoro all’estero. Speriamo che portino buoni frutti.
Ultima richiesta, ci consiglieresti un film, un libro, un fotografo da tenere d’occhio?
Piuttosto che consigliare un libro o un film che al momento dipendono principalmente dal mio umore preferirei consigliare i fotografi che più mi hanno ispirato e “accompagnato” nel mio sviluppo fotografico, cioè Tim Walker, Paolo Roversi e Deborah Turbeville.
Ringraziamo Luca Meneghel per la disponibilità e vi invitiamo a dare un’occhiata al suo sito: http://www.lucameneghel.com/
Giuliana Massaro
Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.