Il modo in cui abbiamo lasciato che la tecnologia entrasse nelle nostre case, la naturalezza, la spontaneità e la familiarità con il quale l’abbiamo fatto (non senza un po’ di diffidenza iniziale, certo) ha del surreale.
Dei recenti studi rivelano che passiamo in media 7 ore al giorno davanti ad uno schermo, includendo smartphone, tablet, computer e tv, (e me sembra onestamente una visione anche piuttosto ottimistica) che equivalgono a oltre 100 giorni all’anno.
In pratica per circa un terzo dell’anno la nostra vita è online.
Quello delle “seconde vite” o delle “vite online” è un problema sul quale la psicologa Sherry Turkle definita spesso come “l’antropologa del cyber-spazio”, ha spesso posto la sua attenzione (a tal proposito ti consiglio la visione di quest’illuminante filmato del TedTalk) dimostrando che tutte queste connessioni, questa brama di voler sempre condividere tutto con tutti, questo desiderio di approvazione da parte degli altri, così come la rincorsa egocentrica ai like o ai retweet, sta lentamente sgretolando tutte le connessioni umane, lasciandoci inevitabilmente (e paradossalmente) in un inconscio senso di solitudine.
Proprio a queste considerazioni (e quindi alla dipendenza tecnologica, nonchè al libro Alone Together) è ispirato lo short film Way Out, realizzato dall’illustratrice cinese con base a Londra, Yukai Du in occasione della sua laurea in Communication Design.
Un piccolo capolavoro illustrato che non dice nulla di nuovo. Niente di cui l’essere umano non sia consapevole.
Ma è una botta lo stesso, per cuore e testa.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.