Sei ospite a casa del tuo migliore amico e la sua nuova compagna si è offerta di cucinare l’intera cena per guadagnare consensi e provare a strappare qualcosa in più del sei politico dalla votazione che a fine serata farai in macchina con il resto del branco.
Ma l’insidia nascosta nell’ignobile e apparentemente innocua bruschetta con «olio di produzione propria», ci tiene a specificare lei, figlia di Amedeo, proprietario di un antico frantoio, sarà il prologo di una serata insalvabile, dall’amaro (e persistente) finale.
Infatti, il “saporita” con la quale hai appena etichettato (ad alta voce) la succitata bruschetta, si scopre presto essere un’energica strofinata di aglio «a cui non bisogna levare l’anima» sottolinea lei, l’infame maestrina, «per mantenere l’energia aromatica della spezia e per garantirne le proprietà benefiche». Perchè come se non bastasse l’imminente alitosi (che probabilmente ti costringerà a passare il sabato dentro casa, in attesa di smaltire la “sbornia d’aglio” ) ti tocca pure sentire la stronza che racconta la storiella pseudo sciamanica, sull’amica di un suo cugino di terzo grado, guarita da una terribile malattia grazie proprio alla dieta fatta a base d’aglio crudo.
A poco serviranno infusi di tè verde, menta piperita cruda, mentine, caramelle balsamiche extraforti, dentifrici magici e colluttori miracolosi. Quel fetore di fogna lasciata aperta, di corpi in decomposizione, di sterco misto a escrementi freschi, di piedi sudati dopo 13 ore di lavoro, di uova marce lasciate in frigo per un mese e di acqua sulfurea, difficilmente riuscirai a eliminarlo nel breve tempo.
Su questo imbarazzante (e qualche volta anche serio) problema dell’alito pesante, è basato il divertentissimo short movie Haring, scritto, diretto e realizzato da Davor Bujakovic e Junaid Chundrigar (Klomp Animation).
Il protagonista del film infatti, dopo aver mangiato un’aringa comprata da un venditore ambulante, si troverà a sfidare le leggi della chimica e a combattere contro la scia di “morte” lasciata dal suo alito, prima di arrivare ad un appuntamento romantico.
Alla fine tu torni in macchina insieme agli altri. E con le mani davanti alla bocca, in maniera quasi sussurrata, cercando di tira fuori meno aria possibile, emetti l’insindacabile verdetto: voto 4. Si salvano le tette.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.