Marco Tarascio è un artista che definire poliedrico e completo sarebbe riduttivo.
Laureato all’accademia delle belle arti di Roma nel 2002 e precedentemente diplomato al primo Liceo Artistico di Roma, intraprende una carriera variegata e prolifica.
Negli ultimi anni, almeno fino al 2008, ci ha accompagnato nelle serate all’interno dei locali più famosi della capitale (e non solo) come il Piper, l’Alpheus, il Qube, il Red Zone, la Baia Imperiale, e il Brancaleone grazie alle sue bellissime scenografie che seppur in sordina, hanno da sempre rappresentato l’anima e il mood delle serate.
Marco Tarascio però, non è “solo” uno scenografo (anche televisivo peraltro), ma anche, o soprattutto (questo lo lascio decidere a voi) un pittore contemporaneo pop surrealista e uno street artist, con lo pseudonimo di “Moby Dick” molto stimato ed apprezzato nell’ambiente, anche fuori dai confini nazionali. La sua arte è onirica, il contatto con la natura è forte e la sensibilità che ne scaturisce profonda e smisurata. Convinto animalista e difensore dell’ambiente tout court, filtra all’interno delle sue opere il suo pensiero.
Utilizzando immagini di animali, quella della balena soprattutto, da rispettare e proteggere inseriti in contesti quasi fiabeschi (a volte si serve anche di icone disneyane).
Una purezza d’animo che traspare e si fa vivida all’interno delle sue opere.
Continuativa nel tempo la sua collaborazione con la galleria Doroty Circus di Roma (di cui abbiamo parlato più volte), dove è possibile ammirare ed acquistare i suoi lavori.
La tecnica che predilige è l’olio su tela, ma utilizza anche digitale e tecniche miste. Ha, di recente, creato dei murales sul tema ambientale in difesa degli animali in collaborazione con wwf italia, ed uno all’esterno della casa della salute a Roma, più precisamente per abbellire il muro perimetrale del centro diurno “La Tartaruga”.
Il suo tocco è delicato e fine, il tratto preciso e mai banale. L’utilizzo dei colori è caleidoscopico, di grande impatto visivo e di difficile esecuzione. Sicuramente si tratta di un artista dal brillante presente destinato ad un altrettanto prolifico ed interessante futuro.
Marco De Carolis
Io sono, ma anche tu sei, per quanto pure egli, che poi alla fine chi lo usa sto “egli” nei discorsi? Comunque, io sono Marco, ma potete chiamarmi come vi pare, la cosa importante non sono io ma che voi leggiate di arte che poi è la maggiore espressione e la più significativa del genere umano e, soprattutto, che lo facciate qui su Organiconcrete, ma come perché!?! Perché ci scrivo io no! Che poi sarei Marco. Non siete attenti però!!
