Un giorno succederà che io abbia bisogno della Zanardo, e che lei controllando la mia identità digitale incappi in questo piccolo articolo, dove dico che al suo blog, omonimo, preferisco questo leggiadro libello scritto da Anita Johnston.
Il corpo delle donne, è uscito a settembre di quest’anno per l’editore Castelvecchi.
Anita Johnston è una psicologa. Quando ho scoperto che vive alle Hawaii mi sono detta “ho capito tutto”.
I suoi studi di psicologia clinica si sono concentrati per anni sul mondo delle donne e nell’82 ha fondato un centro specializzato in disturbi alimentari là dove vive.
Ha scritto un libro davvero gentile. Vorrei dire che la tematica ci riguarda tutte. Sono sicura che cammini sul globo terraqueo una creatura di genere femminile perfettamente a proprio agio con il suo corpo e la sua identità. Sono sicura che una ragazza con una consapevolezza di sé illuminata e felice, che non si lasci andare all’auto-deprecazione, o non faccia scalfire la sua confidenza in se stessa dagli attacchi sociali esista. Solo che io non l’ho mai incontrata.
Non tra le mie amiche, non tra le donne più anziane di me, non tra le modelle che ho fotografato.
Questo libro parla per tutte quelle donne che combattono quotidianamente una guerra con l’inadeguatezza, che come campo di battaglia ha il proprio corpo.
Per Anita Johnston l’ossessione per il corpo, per il cibo e ogni dipendenza, non è altro che una strategia per evitare di confrontarci con i nostri sentimenti profondi, con i desideri e con le paure. Attraverso fiabe di autori conosciuti e leggende tratte dalla tradizione di molti paesi, l’autrice ci invita ad indagare quale sia la vera natura delle nostre ossessioni, quali i desideri che celano, e a non avere paura di rivelarci ed entrare in contatto con noi stesse.
Ci sono nel libro anche quelli che in linguaggio tecnico chiamerei degli “actionable insights“. Chiari esempi di come usare queste energie liberate in maniera costruttiva sono richiamati durante tutta la lunghezza del libro.
Ce n’è un po’ per tutti i gusti: si parla del rapporto tra madre e figlia, della scoperta del sesso, dell’importanza delle intuizioni rispetto alla logica, e della capacità di non temere il giudizio di chi amiamo, o quello della società, dell’importanza di riconoscersi diverse, vulnerabili, e non aver paura.
Daniela Ionta
Prosivendola di mestiere. ama parlare, scrivere, fotografare, correre, andare ai concerti sfigati. Vive una vita perfettamente equilibrata e solipsistica nella capitale immorale d'Europa. Ha una figlia e un cane virtuale.