Tuesday Poison: Sicioldr


The forest

Mentre noi della redazione ci riprendiamo dalle bisbocce di ieri sera al Treebar dove abbiamo presentato al pubblico romano le serigrafie R3bus dei nostri amici supermegagalattici Michele Guidarini e Patrizio Anastasi mentre abbiamo visto qualcuno di voi fiondarsi sulle Jungle Juice del nostro mitico Umberto, ecco mentre io cerco di riprendere la voce che ancora non ho capito dove è andata, vi regaliamo questa bella intervista che ho fatto ad un artista a cui non riesco ad affibbiare nessun aggettivo perché nessuno riuscirebbe a rendere la grandiosità delle sue opere e la bellezza del suo pensiero. Sappiamo di lui che si chiama Alessandro e che è nato nel 1990 a Tarquinia ma vive a Perugia, è un artista che ama esplorare le zone inconsce e proibite per poi trasferirle sulla superficie attraverso l’uso dei colori e di un senso mistico e surreale che lo contraddistingue. Ho detto anche troppo perché solo lui sa raccontare meglio le sue visioni e la sua arte. Buona lettura e buon martedì velenoso!

Domanda rompighiaccio: Chi è Sicioldr?
Sicioldr è una parola misteriosa e ambigua, è il nome di una figura simbolica interiore che si è introdotta gradualmente nel mio percorso artistico fino ad acquisire una sua vita autonoma. L’origine del nome mi è sconosciuta, si è misteriosamente inserita nella mia vita molti anni fa senza che io ricordi bene in quale modo, proviene molto probabilmente dallo stesso mondo dal quale provengono le mie opere. Solitamente tendo a separare l’Alessandro della quotidianità dall’Alessandro Sicioldr. Alessandro è un ragazzo di ventiquattro anni che fa una vita normale, studia informatica all’università, sta insieme alla sua ragazza-musa Elisa, fa qualche viaggio, va al pub con gli amici. Sicioldr è invece un esploratore di zone inconsce e proibite, slegato da ogni contesto temporale, un’esistenza che si svolge parallelamente ed indipendentemente sotto le trame della quotidianità e mi guida attraverso gli sconfinati abissi e al di sopra le vette luminose dell’inconscio (forse è paragonabile al personaggio dello Stalker di Tarkovskij). L’equilibrio dei due “Alessandro” è essenziale perché un eccesso di pragmaticità porterebbe ad un’esistenza vuota e priva di qualsiasi evoluzione spirituale, mentre un inconscio dilagante può divorare, prendere il sopravvento e portare in certi casi anche alla follia. Elisa, con il suo carattere multiforme, mi aiuta nella creazione e nel mantenimento di questo delicato equilibrio, ispirandomi quando sono vuoto e materiale e riportandomi al quotidiano quando comincio a perdere il contatto con la realtà.

Oculatus Abis

Domanda ficcanaso: cosa facevi prima di metterti a disegnare?
Poco prima di disegnare probabilmente sguazzavo nel liquido amniotico! Ho sempre disegnato, come in fondo tutti gli artisti ai quali viene fatta questa domanda, ma con l’unica differenza che la ricerca di “Sicioldr” è cominciata sin da subito. Sono nato in un ambiente molto stimolante per l’arte, i miei genitori sono appassionati e mio padre è un pittore molto bravo. Ho iniziato quasi automaticamente a disegnare, ho cartelle piene di lavori infantili dove ci sono castelli sulle nuvole, studi naturalistici di pesci ed uccelli, case lunghissime che si perdono nel cielo, castelli immensi ed impossibili e delle curiose rappresentazioni di inferni e paradisi molto simili a quelli rappresentati da Bosch (all’epoca ovviamente non lo conoscevo).

Domanda seria: chi sono i personaggi delle tue opere e da dove provengono
Le figure che rappresento sono entità simboliche ma vive, pure, prive di ogni connotazione spaziale o temporale. Possono essere collocate in dimensioni monocromatiche e idealizzate, sospese in cielo, perse in deserti sconfinati, immerse dentro oceani, racchiuse in marmoree strutture impossibili e labirintiche. Non ho limiti stilistici, rappresento sinceramente tutto quello che appare nelle mie visioni. Queste creature non hanno ciglia, sopracciglia, non hanno sesso se non esplicitamente mostrato. L’unica cosa di profondamente umano che hanno è il loro sguardo perturbante, allo stesso tempo familiare e misterioso. Le fisionomie sono costruite inizialmente senza l’uso di modelli, affiorano da un insieme di macchie di colore che lentamente definisco attraverso un lungo processo, quindi si formano in base alla particolare condizione mentale del momento.

Hierogamy

Domanda tecnica: quali sono le tecniche che usi per la realizzazione delle tue opere e perché
La tecnica è molto legata all’essenza dell’opera. è il modo con il quale essa si manifesta al mondo, quindi le scelte che pratico sul campo tecnico non hanno un valore meramente estetico o virtuosistico ma concettuale. Certe immagini si prestano particolarmente ad esser dipinte ad olio, altre con la matita etc. Per me non esiste una tecnica più nobile ed una meno nobile, ogni tecnica si presta ad un certo contesto espressivo. Le mie matite negli anni si sono associate ad uno stile scuro, intimo, simbolista. La grafite mi da la stessa libertà che dava a Klinger l’incisione. Mi piace inoltre notare che l’elemento chimico che viene usato per i miei disegni è lo stesso elemento fondamentale per la vita: il carbonio. Utilizzo il disegno anche nei bozzetti preparatori, dove la tecnica calligrafica viene sacrificata in favore dell’espressività e dello studio del gesto e della linea. Solo la fusione di questi due modi di disegnare mi porta ad un risultato convincente. Il grande dipinto è invece una manifestazione gloriosa, portatrice di bellezza, luce, ombra, un teatro popolato da figure viventi che respirano, pelli vive, composizioni forti e solenni. Un piccolo dipinto può anche essere un gioiello, un prezioso tesoro da nascondere in cassaforte o da guardare la notte. La tecnica che utilizzo nella pittura ad olio è quella delle velature, una tecnica utilizzata dai pittori antichi che consiste nell’applicazione di numerosi strati semitrasparenti di colore sovrapposti tra loro, che vengono attraversati dalla luce creando effetti di brillantezza non raggiungibili da altri metodi diretti di pittura. è la tecnica che, in un modo o nell’altro, è stata sempre usata dai grandi maestri, anche quando la pittura sembra veloce ed improvvisata. L’immagine si sublima con il tempo, stratificandosi come una perla intorno ad un nucleo oscuro e denso di ambiguità.

Domanda mistica: la tua definizione di surrealismo
Per me il surrealismo è solo un bel movimento storico della prima metà del novecento. Oggi va superato assolutamente. Ha avuto il grande pregio di essere il movimento dell’inconscio per eccellenza, ha tolto ogni limite alla rappresentazione, fornendo una completa libertà agli artisti di seguire la propria fantasia. Ma la libertà a volte è pericolosa, e si rischia di diventare leggeri, creando giustapposizioni visivamente efficaci, ma che hanno il solo fine di sorprendere e divertire. Oppure si rischia di diventare surrealisti per forza. Anche io inizialmente sono caduto nel tranello, e avevo paura di essere legato troppo allo stile “Sicioldr”, che invece di darmi libertà mi costringeva in ogni momento ad essere bizzarro e surrealista. Ci sono momenti in cui voglio solo fare un bel ritratto, un paesaggio, e voglio essere libero di poterlo fare, senza dover per forza inserire elementi surreali inutili. Da questo punto di vista mi sento più vicino ai pittori simbolisti di fine ottocento. Non bisogna mai legarsi ad uno stile preciso, bisogna essere sempre sinceri e spontanei, è l’unico modo per averne uno vero di stile, che alla fine risulterà coerente e personale.

 Un libro un film un disco che ti rappresenta
Libro: Direi l’opera completa di Borges, in particolare l’Aleph e Ficciones. Borges è profondissimo, surreale, filosofico, e soprattutto una persona che ha la saggezza di essere semplice.
Film: 2001 Odissea Nello Spazio, un film veramente universale e di una profondità immensa.
Disco: Agnes Obel, nel suo ultimo Aventine, un disco veramente bello

Domanda quasi finale: parliamo dei tuoi progetti presenti e di quelli futuri
Ho in progetto molte tavole di grandi dimensioni che segneranno la mia nascita come artista, opere che pianifico da più di un anno. Inoltre sto per laurearmi in informatica e voglio fondere questo mondo con la mia arte, approdando nel digitale (2D e 3D), ovviamente senza abbandonare la ricerca dell’antica pittura con l’olio. Penso che gli strumenti digitali siano molto potenti e non debbano essere sottovalutati. Mi piacerebbe esprimere il mio mondo a 360°, e per farlo devo acquisire sempre più abilità con molti mezzi diversi tra loro, per avere completa libertà espressiva

Ultima domanda: descrivi l’ultima opera che hai realizzato o quella ancora da realizzare
Attualmente ho sul cavalletto (da più di un mese ormai) The Mystic Egg (trovi la foto proprio qui sotto), un dipinto ad olio su tavola di piccole dimensioni 40 x 40 cm. Sono rappresentate due donne gemelle che tengono sospeso un uovo mediante dei fili che escono dalla loro bocca. Nell’uovo sono rappresentate due facce in posizione inversa. L’uovo è inoltre sorretto da un terzo filo che esce fuori campo. Le interpretazioni che ho fornito sono molte, ma preferisco non parlarne e lasciare allo spettatore questo mistero. C’è un curioso aneddoto però sull’uovo: tempo fa stavo disegnando un uovo bifaccia molto simile nella mia casa di Tuscania, un vero e proprio prototipo di quello contenuto nel dipinto, quando mia madre, che nel frattempo cucinava, è entrata di colpo mostrandomi sorpresa di aver aperto un uovo che conteneva due tuorli. Molte coincidenze di questo genere mi capitano su certi lavori particolarmente carichi, forse ha a che fare con la sincronicità di Jung?

The Mystic Egg

The Mystic Egg

The forest

The rest of the twins

salomeina

Fructus

The devouring mother

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Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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