Sei al microfono di una radio e devi trovare lo sketch giusto per presentarti…3….2….1…..ON AIR
Ciao-con-la-manina-sonoFrancescasottomentitespoglie-disegnodaunavita-mipiaccionolerigheedirossettirossi-dagrandevogliofareilgrammofonoolacivettasulcomò.
Tuttattaccato, senza pause, nell’illusione che la velocità della parlantina mi faccia guadagnare Punti Disinvoltura.
Immagina di trovarti davanti ad un bambino e di dovergli spiegare in cosa consiste il tuo lavoro.
Metto in tasca le cose più sorridevoli, quelle più felici ed anche le più buffe, poi le attorciglio e le distribuisco sul foglio aiutandomi con le matite colorate.
È il mio modo di comunicare senza usare le parole.
Lo starter kit di ogni illustratore comprende:
Una buona dose d’Irriverenza, due tazze di Ridarelle, almeno due o tre rossi diversi, un lucido per orecchie adatto all’occasione, fogli di carta spessa ed ingiallita (ma vanno bene anche i muri, i tovagliolini dei cafè, la pelle delle vittime sacrificali preferite).
A questo elenco aggiungo la mia aiutante (nonché copertina di Linus), Gesuina.
Qual è l’episodio legato all’illustrazione che ricordi con più piacere? E con più dispiacere? Ti va di raccontarceli?
Illustrare significa stare appollaiati all’interno di uno spazio, fisico ed immaginario, in cui non c’è posto per accadimenti sgradevoli.
Tra i ricordi più colorati, c’è sicuramente la sorpresa legata al vedere i miei disegni tatuati su scampoli di pelle che mi stanno molto a cuore.
Ti va di giocare con me? Ti spiego subito come funziona: prenderò un foglio totalmente bianco e farò tre segni a caso sopra, lo scopo del gioco è quello di, partendo da quei tre segni, dare vita ad un disegno di senso compiuto.
Per fare il disegno non avrai a disposizione mezza giornata, ma solo pochi secondi…anzi, visto che sono buona, facciamo un paio di minuti :P
Persone da tener d’occhio: una colonna dell’illustrazione e un emergente da “esplorare”
Questa domanda, per me che vivo di liste infinite, amori cosmici e croniche indecisioni, è molto crudele.
Direi, perentoriamente parlando, Sergio Mora e Monica Barengo; caleidoscopico l’uno, delicata e rarefatta l’altra.
Sbirciamo nel tuo futuro “prossimo”: a cosa stai lavorando in questo momento? C’è qualche progetto che hai voglia di condividere con noi?
Qualcosa bolle in pentola, Siori!
I programmi faraonici per i tempi futuri prevedono la conquista di Milano ed una piccola mostra (affettuosamente detta “mostriciattola”) di signorine un po’ osé.
Final bonus question: Quando mi capita di vedere che un illustratore ha una propensione particolare per un soggetto, che tende a disegnare più volte in mille modi, rimango ferma ad osservare creando dei film meravigliosi nella mia testa. Se poi il soggetto è quello femminile, un po’ perché sono una donna, un po’ perché vengo “accusata”, da donna, di essere docile e malleabile solo una settimana al mese, la mia curiosità e fantasia aumenta esponenzialmente. Mi piacciono i tuoi soggetti femminili, mi piacciono i colori che utilizzi, accesi e mai scontati, mi piacciono gli occhi sognanti e quelle sopracciglia troppo truccate, mi piacciono i capelli blu e fucsia, mi piace poter pensare che il “cappello” che indossano è frutto di un progetto che hanno in mente e che si sta realizzando (il folle mondo femminile). Esiste un soggetto femminile a cui ti ispiri? E quanto delle donne/amiche che conosci e con cui condividi del tempo, c’è nelle tue illustrazioni?
Le mie signorine nascono da molteplici ispirazioni. Quando disegno, è come se fossi dal rigattiere; rimesto il calderone delle idee, in cui conservo tutto ciò che mi piace, e tiro fuori elementi che poi unisco sulla carta.
Circondarmi di presenze femminili mi affascina e, dunque, i rimandi al loro mondo ed alla loro gestualità sono inevitabili.
Ogni mio disegno bisbiglia all’osservatore una storia le cui protagoniste sono le donne che mi ruotano attorno, siano esse reali, immaginarie, dipinte da Modigliani o dive del cinema muto.
Spesso capita che le mie amiche si riconoscano in qualche illustrazione; questo gioco di somiglianze e riferimenti, mai del tutto confermati, è molto divertente.
Marta Latini
Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...