L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo
Marc Chagall
E’ con questo aforisma di uno dei più illustri pittori del 1900 che ho deciso di aprire questa nostra nuova puntata di Tuesday Poison che oggi dedichiamo ad un’artista di Pechino che sono sicurissima piacerà anche a voi.
Lei si chiama Alice Lin e guardando le sue opere, qualcosa di particolarmente straordinario, penso che la citazione di Marc Chagall sia proprio quella giusta. E’ esattamente un’emozione, una sensazione e più ancora un coinvolgimento emotivo a legare l’opera di un artista al suo interlocutore, un dialogo visivo che si nutre di colori e forme: in altre parole mi piace pensare che lo sguardo dell’osservatore e l’oggetto dell’opera siano come due parti che si cercano costantemente nel tempo e nello spazio per poi ritrovarsi o riscoprirsi un’unica cosa nel momento dell’incastro visivo.
Questo è ciò che accade all’opera e al suo interlocutore ma una simile condizione è quella che si instaura tra la stessa opera e il suo ideatore al momento del concepimento quando il sentimento pervade le membra e prende forma nell’oggetto della creazione stessa. Ed è proprio questo coinvolgimento emotivo che mi lega alle opere di Alice Lin che viste nel loro insieme esprimono una bellezza senza tempo, incastonata in un surrealismo dalle forti tonalità, oserei dire estremo: ai colori forti, caldi, intensi di alcuni lavori si contrappone il gioco del chiaroscuro di altri.
Tuttavia, sebbene il contrasto delle tonalità faccia il suo corso tra i fautori del bianco e nero e quelli della diversità cromatica, in tutte le opere dell’artista di Pechino, quasi tutte tra l’altro realizzate su carta di riso, l’universo umano prende forme diverse, a tratti animalesche, servendosi di particolari come per esempio le maschere indossate da alcuni personaggi da cui spuntano corna di capra e in alcuni casi di cervo.
Il modo in cui il surrealismo di Alice Lin penetra lo sguardo è pari ad una equazione matematica o un rompicapo che si risolve dopo aver analizzato attentamente ogni singolo componente, ogni elemento rappresentato, mettendo in risalto l’abilità dell’artista nel preservarci dall’ambiente circostante: oltre al tempo anche lo spazio si dilata nel silenzio che proviene dalle scene rappresentate e l’illusione ci fa sentire parte di quel mondo di carta di Alice Lin in cui potremmo perderci come se ci trovassimo nel bel mezzo di una strada che scompare man mano che la percorriamo.
Un incantesimo forse. O forse una magia. Una sensazione di gradevole smarrimento che precede l’abbandono della realtà.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!