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A Period of Juvenile Prosperity – Il viaggio on the road di Mike Brodie


Mike Brodie50.000 km percorsi con il vento tra i capelli, in movimento continuo, con tanto rischio sulle spalle e l’esperienza come nutrimento.
La storia di Mike Brodie inizia a Pensacola in Florida e non ha una meta predefinita.
Pochi averi, pochi legami, un solo filtro tra lui e il mondo, quello della sua Polaroid SX-70 che usa per immortalare sensazioni e situazioni della sua nuova vita, ma da cui soprattutto nasce The Polaroid kidd, lo pseudonimo con cui diventa noto sul web.

Dopo quel primo treno per Jecksonville, su cui è saltato all’età di 18 anni lasciando casa, scuola e famiglia, munito stavolta di una Nikon F3, trascorre quasi quattro anni attraversando 46 stati d’America, in un coast-to-coast che incarna il viaggio americano per eccellenza: la ricerca di sé e la crescita interiore. Ritrae vagabondi e giovani hoppers, che come lui scelgono di farsi trasportare altrove saltando da un treno all’altro: il lavoro di Mike Brodie rivela una vera e propria sottocultura giovanile.

Scatta fotografie spontanee, nei soggetti e nelle circostanze. Il suo lavoro non è pensato come un progetto fotografico ma come si direbbe della prosa di Jack Keruak, che sulla spontaneità ha incentrato il suo racconto di viaggio nell’America degli anni ’60, si tratta di una confessione (visiva) dei propri sentimenti e del proprio modo d’essere.
Quasi ripercorrendo le tracce del mitico vagabondare degli “Hobos” degli anni trenta, è un voler tornare alle radici dell’essenza della società americana, alla ricerca di un’identità più vera di quella proposta dal modello consumistico.

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Un viaggio on the road, su una strada ferrata, reso accattivante dall’esuberanza e dallo stile di una giovane generazione, raccontato in un volume prezioso intitolato “A Period of Juvenile Prosperity”, edito da Twin Palms Publishers che trasforma quello che era già un successo sul web in una vera e propria consacrazione editoriale.

Annoverato tra i migliori libri fotografici dello scorso anno, il volume è frutto di un lavoro svolto autonomamente, non solo in quanto fotografo autodidatta, ma anche come editor: Mike Brodie ci regala una selezione accurata delle 7000 immagini scattate in viaggio, con uno stile coloristico dai toni desaturati, che ricorda le atmosfere fotografiche degli anni settanta, con una composizione che richiama William Eggleston e un taglio realistico che fa pensare a Nan Golding. Queste sono le caratteristiche delle immagini che costituiscono una delle poche vere collezioni di fotografia di viaggio americana.

La maggior parte dei ragazzi ritratti ha vissuto sui treni per alcuni anni, per poi tornare alla loro vecchia vita. Una sorta di rito adolescenziale, mosso da ragioni diverse: dalla fuga alla ricerca di adrenalina. Un rito anche passeggero, come è stato per Mike stesso, che a un certo punto decide che i treni e gli ingranaggi di cui sono composti suscitano in lui maggior interesse rispetto alle persone che li abitano.
Così dopo essere stato arricchito dalle esperienze e dalle relazioni, anche Mike dà una stabilità alla sua vita. Si ferma ad Oackland, dove studia per imparare la professione di meccanico.

Brodie ha documentato compulsivamente le sue esplorazioni, e così facilmente come aveva iniziato decide di lasciarsi la fotografia alle spalle. Nonostante abbia deciso di non continuare, il lavoro svolto in quei quattro anni intensi ha lasciato un’ impronta duratura nel mondo della fotografia.

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Stefano Gizzi

A volte cerco di ricordare a quando possa risalire il primo fotogramma della mia esistenza, ma non sono mai riuscito a trovare un punto d’inizio. Perché da che ne ho memoria la fotografia ha sempre fatto parte di me.

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