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Vivere a Lille, in una fabbrica di Waffle

Vivere a Lille, in una fabbrica di Waffle


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In uno dei suoi primi interventi come nuovo direttore di una delle più importanti riviste d’architettura, Nicola Di Battista, raccontava proprio su Domus, del modo in cui la la fruibilità di certe informazioni stava cambiando, anticipando una serie di mutamenti, che da lì a breve, avrebbero portato la rivista verso una trasformazione. Grafica, certo, ma anche e soprattutto contenutistica, provando ad instaurare con i lettori (e il mondo degli architetti in generale) un rapporto volto alla riappropriazione dell’individualità e al disfacimento di tutti i nuovi stereotipi dell’architetto moderno. Con la consapevolezza che di architettura moderna in Italia, negli ultimi anni, se ne è fatta davvero poca.
Trasformazione che non vuol dire necessariamente rivoluzione, ma più propriamente consapevolezza della propria storia, delle proprie tradizioni e delle evoluzioni che il presente ci impone, mettendo da parte il marcio, ma conservando tutto quello che di buono si è fatto negli anni.

In ambito architettonico, l’atto di trasformare il vecchio in nuovo, se preferisci puoi beceramente chiamarlo ristrutturazione  (banalizzando un vero e proprio processo di resurrezione), ma tenendo  bene a mente che tutti i luoghi, tutti gli spazi, hanno una storia da raccontare che  hai il dovere di rispettare e di non ignorare.
Pascal François è un architetto francese che insieme alla sua compagna Fanny ha acquistato il rudere di una vecchia fabbrica di waffle con l’intento di ridargli una nuova vita. Con la collaborazione di Bo Architectures, la coppia ha scelto di abbattere al piano terra tutti i muri divisori andando a creare un immenso open space che ospita cucina e soggiorno.
Tuttavia per connettere il vecchio e il nuovo (e quindi per il rispetto di cui sopra) si è scelto di mantenere il pavimento in cemento e il disegno degli infissi originali. Due elementi questi, che hanno contribuito all’aspetto post industriale dello spazio, insieme all’operazione di sabbiatura delle pareti, che ha restituito all’ambiente i mattoni originali della fabbrica.
Per l’arredamento Pascal ha optato per mobili provenienti dai mercatini delle pulci, o soluzioni do it yourself come il tavolo in pioppo nel soggiorno (realizzato dallo stesso Pascal) o un vecchio banco di un pescivendolo opportunamente modificato e trasformato in un’isola da cucina con lavello integrato.
Nei 90mq del piano superiore (alto appena 2,30 metri) gli architetti hanno inserito due camere da letto e un bagno di 16mq.

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Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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