L’architettura è fatta di spazi, certo, di (eco)sistemi il cui scopo è spesso quello di creare armonia tra le parti. Altre volte invece, lo scopo è quello di distruggere gli equilibri, di posizionarsi in maniera decostruttivista nel bel mezzo di quel sistema senza assecondarne pulsioni o esigenze. E magari commuovere, evitando che le lacrime vengano giù per disgusto e disperazione come è successo spesso negli ultimi anni in Italia.
Un’interessante e ostile progettazione di edificio pubblico è quella realizzata dall’architetto Giorgio Strappazzon dello studio VS associati, per il Nuovo Orto Botanico a Padova.
Dico ostile, perchè garantire la sopravvivenza a 1300 specie di piante è probabilmente più difficile dell’accomodare una famiglia composta da quattro persone. Le necessità climatiche di ogni pianta hanno spinto la progettazione a livelli estremi di precisione, in cui ogni micro ecosistema (da quello tropicale a quello umido, passando per quello temperato e quello arido) dimostra la piena autonomia, grazie ad un edificio che lo stesso Strappazzon definisce una “foglia che respira”, pensato per favorire l’integrazione con il tessuto urbano e versatile nella sua fruibilità: da spazio espositivo a luogo per l’intrattenimento e l’interazione.
Una nuova struttura vetrata (di supporto alla preesistente) lunga 100 metri e alta 18, all’interno della quale, la vita di ogni specie è (anche) nella mani di un’app che monitora costantemente la temperatura, la percentuale di umidità, i valori di ossigenazione delle piante, andando a modificare i parametri di ogni zona e creando il clima perfetto.
All’esterno, cascate e laghetti, sottolineano (neanche a dirlo) l’importanza dell’elemento vitale per eccellenza. L’acqua, risorsa fondamentale del nostro pianeta, si presta così a giochi estetici, funzionali, emotivi e cerebrali oltre che a parallelismi tra la parte antica e quella nuova.
Un esempio di architettura moderna, accattivante, pubblica, ben riuscita, attenta alla fruizione degli spazi e al rispetto di chi la vive.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.