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A colpi di matita 3.0: Alessandro Ribaldo

A colpi di matita 3.0: Alessandro Ribaldo


My-a-AR

Sei al microfono di una radio e devi trovare lo sketch giusto per presentarti…3….2….1…..ON AIR
Ciao sono Alessandro Ribaldo e non ho nient’altro da dire su questa faccenda.

Immagina di trovarti davanti ad un bambino e di dovergli spiegare in cosa consiste il tuo lavoro.
Ciccio! Hai presente quella delusione che provi quando ti accorgi che le merendine che ti ha comprato mamma non assomigliano per niente a quelle che hai visto brillare nelle pubblicità? Beh, ecco… io sono uno di quei cattivoni che disegnano le confezioni delle tue merendine. Scusa…

Lo starter kit di ogni illustratore comprende:
Sensibilità, intuizione e caos strisciante.
Perché per fare l’albero ci vuole il seme, ma per fare un albero fighissimo ci vuole il seme della follia…
per me puoi avere tutte le matite e i software del mondo, ma se non sei completamente pazzo non vai da nessuna parte!

Qual è l’episodio legato all’illustrazione che ricordi con più piacere? E con più dispiacere? Ti va di raccontarceli?
A dire il vero non c’è un episodio memorabile da raccontare, però in compenso ho intere stagioni di piacevoli vittorie personali. Faccio un lavoro stupendo, quindi di base ogni volta che firmo e chiudo un’illustrazione io sono felice… mi sale il brividino lungo la schiena. Una tonnellata di serotonina a km 0.
Invece il consueto appuntamento con l’angolo della spiacevolezza si può riassumere con questo avviso agghiacciante:
“Adobe Illustrator si è chiusa inaspettatamente.”
Un episodio increscioso, ma anche un motivo in più per riscrivere il Bignami della parolaccia.

Ti va di giocare con me? Ti spiego subito come funziona: prenderò un foglio totalmente bianco e farò tre segni a caso sopra, lo scopo del gioco è quello di, partendo da quei tre segni, dare vita ad un disegno di senso compiuto.
Per fare il disegno non avrai a disposizione mezza giornata, ma solo pochi secondi…anzi, visto che sono buona, facciamo un paio di minuti :P

Segni

Persone da tener d’occhio: una colonna dell’illustrazione e un emergente da “esplorare”
In un paese come questo, tra un crollo e un altro, a reggere il tempio italico dell’illustrazione ci pensa l’enorme Beppe Giacobbe. Secondo il mio modesto parere è anche lontanamente merito suo se Alessandro Gottardo ed Emiliano Ponzi ci regalano le loro magie!
Gli “emergenti” che stimo e che vorrei segnalare a voi e alle forze dell’ordine sono Giovanni Kadez Battistin e Antonio Sortino.
Loro non spaccano, loro aggiustano.

Sbirciamo nel tuo futuro “prossimo”: a cosa stai lavorando in questo momento? C’è qualche progetto che hai voglia di condividere con noi?
Qualcosa bolle in pentola, ma per questioni di privacy, accordi di riservatezza e scaramanzie varie non posso dirvi praticamente niente… ma vi prometto che quando butterò la pasta verrete notificati.
Dico solo che in cantiere ho molti progetti ambiziosi da realizzare e che spero di superare al più presto la fase “anziano appoggiato alla transenna che si limita a guardare i lavori in corso”.

Final bonus question: Ho la sensazione che il ruolo della Donna nelle tue illustrazioni sia quello di protagonista. Si mostrano disinibite, maliziose, timide, con la “città ai loro piedi”…Se questa non fosse solo una mia sensazione, ma ci fosse qualcosa di vero, potresti spiegarci la tua scelta?
La tua sensazione è giusta ma a grandi linee non è sempre una scelta ponderata, anzi il più delle volte lo faccio per una banalissima questione di natura estetica.
Altre volte è solo la voglia di dare forma alla scia di profumo che si lasciano dietro, per strada, tra le lenzuola…a cui spesso si rimane aggrovigliati per una vita intera.

Ringraziamo Alessandro per averci concesso l’intervista e vi invitiamo a visitare il suo sito: www.alessandroribaldo.com

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Marta Latini

Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...

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