La scorsa settimana ti ho parlato di un mini appartamento (30mq) a Milano, ristrutturato con uno stile post-industriale tanto da sembrare di essere a Berlino in casa di qualche artistoide o pseudo intelletuale, con tanto tanto (davvero tanto) buon gusto.
E magari tu che pensi di essere un architetto navigato, con la spocchia di chi crede di poter cambiare l’architettura in Italia (e dai retta a me, finisce che proprio tu non la cambierai mai) puoi anche venire a dirmi che fare architettura vuol dire costruire, che le ristrutturazioni sono per i peracottari e che il buon gusto ce l’hanno avuto solo Le Corbusier, Van Der Rohe e Alvar Aalto, ma poi, se ti nomino gli ecomostri che quelli come te hanno costruito (e continuano a costruire), come la mettiamo? Se ti dico che per anni in Italia abbiamo pensato a realizzare “le cose grandi” (perchè quelle piccole si vedevano poco e perchè tanti avevano evidenti complessi di inferiorità) senza minimamente sapere cosa significhi gestire gli spazi, e prestare attenzione” all’intorno”, tu, cosa mi racconti? Se ti nomino la Torre Eurosky di Purini, che giustificazioni riesci a tirar fuori?
Una serie infinita di errori che dovrebbe essere un monito e un invito a ripartire dalla gestione degli spazi più intimi, tra quelle mura che ci fanno stare bene e che spesso tendiamo a definire “casa”.
Nella pillola di questo venerdì, ci spostiamo a Torino, dove lo studio r3architetti formato da Matteo Restagno, Alexandru Popescu, Gian Nicola Ricci, e Marco Pippione, (4 giovanissimi architetti laureati al politecnico di Torino) ha ristrutturato quello che nel 2002 era un negozio, trasformandolo in uno splendido studio/residenza per un giovane professionista torinese.
Lo spazio ridotto e lo sviluppo pressochè verticale del volume, hanno permesso la suddivisione degli spazi sfruttando in maniera intelligente l’altezza e utilizzando un soppalco come elemento cardine di divisione tra gli ambienti. Il piano inferiore infatti assorbe la funzione di living e studio, con annesso bagno e cucina. Quest’ultima, facilmente nascondibile tramite tendaggi che contribuiscono a regalare ancora più versatilità agli spazi.
Al piano superiore invece un’altra zona studio, (più intima e meno “pubblica”) fa da filtro alla camera da letto, quest’ultima, piccola ma ben organizzata, con una struttura letto a cassettoni che in parte sostituisce comò e cassettiere.
L’ispirazione stilistica è di chiaro stampo scandinavo, con piacevoli note minimali, che riducono gli spazi all’essenzialità della propria funzione.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.