Casa Y a Torino


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Per tornare a parlare di architettura moderna in Italia, occorre (ri)cominciare dal basso.
La villa (o casa unifamiliare, o casa in campagna-montagna-mare, o chiamala come preferisci) rappresenta forse uno degli esempi comprensibile ai più, in cui è facile rendersi conto di scelte progettuali sbagliate o mantenimenti energetici ai limiti del sostenibile, proprio perchè candidata ad un uso quotidiano.
D’altro canto, se vai due volte all’anno al MAXXI, non ti accorgi che “piove dentro” (true story), mentre se ci sono delle infiltrazioni nella tua camera da letto, te ne accorgi eccome. E maledici pure l’architetto o la ditta edile, per non aver usato un impermeabilizzante.
(Ri)Cominciare a progettare dal basso dunque, dalla propria dimensione, a quell’altezza che senti tua, in cui hai il tempo per studiarne meccanismi, vivibilità, testando su te stesso i difetti di una progettazione errata, e facendone tesoro il giorno in cui farai il grande passo verso l’architettura pubblica, rappresenta forse una delle soluzioni alla costruzione selvaggia ed egocentrista degli ultimi anni.

Un altro bell’esempio (dopo quelli visti nei venerdì scorsi) di casa unifamiliare, è quello della Casa Y a Torino, articolata su due livelli (zona giorno e notte al primo, mentre zona relax nel seminterrato) e realizzata dallo studio F:L Architetti di Torino.
Un edificio in cui il “freddo” calcestruzzo faccia-vista della struttura, contrasta con il “calore” dell’acciaio cor-ten utilizzato per i brise-soleil che vanno a schermare le enormi vetrate a tutta altezza della varie stanze.
Il seminterrato ospita zone studio, biblioteca, sauna e stanza per i giochi dei bambini, mentre il piano superiore si divide tra zone notte e zona giorno.
Un edificio, che nonostante il carattere minimale, dovuto ai materiali grezzi e all’eliminazione del superfluo, rappresenta un ottimo esempio di abitazione rispondente a delle esigenze di vivibilità familiari, dimostrando di saper tener conto dell’integrazione della struttura, con un contesto in cui, è la natura a far da padrone.

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Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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