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A colpi di matita 3.0: Gaia Alari

A colpi di matita 3.0: Gaia Alari


When your heart grows cold (2)

Sei al microfono di una radio e devi trovare lo sketch giusto per presentarti…3….2….1…..ON AIR
Ciao a tutti! Sono Gaia, studentessa di medicina e illustratrice autodidatta che in parte per gioco, in parte per caso ha scoperto che, per lei, vivere senza disegnare risulta tutto sommato un po’ più difficile.

Immagina di trovarti davanti ad un bambino e di dovergli spiegare in cosa consiste il tuo lavoro.
(Tralasciando che a questa domanda, l’associazione mentale spontanea è “Bambino…ma tu…da me…checcazzovuoi?” cit.) Probabilmente gli direi qualcosa di simile: ho un cervello che lavora tanto e spesso e volentieri si ritrova a provare delle emozioni confuse, che sono quelle comuni a tutti, anche a te. Non sempre mi piace condividerle, spesso le tengo nascoste, ma a volte sento il bisogno di farle uscire allo scoperto. Quindi le rappresento su carta, in modo complicato ma ordinato. Così le capisco meglio anche io! A questo punto il bambino dopo un attimo di silenzio si mette a gridare e scappa. Vabbè. Ci ho provato.

Lo starter kit di ogni illustratore comprende:
Matita, temperamatite, agendina tascabile, gomma e tanta curiosità.

Qual è l’episodio legato all’illustrazione che ricordi con più piacere? E con più dispiacere? Ti va di raccontarceli?
Mi ricordo con piacere del primissimo ritratto che disegnai “con intenzione”, nel 2009, per il compleanno di una mia amica e compagna di università, Marta. Un po’ stile biglietto d’auguri alternativo. Il sorriso che fece quando lo ricevette, mi impedì di smettere di disegnare e mi fece amare la ritrattistica più di ogni altra forma di arte visiva. Non associo mai l’illustrare in sé come qualcosa di spiacevole, anzi, negli ultimi lavori è il mio mezzo preferenziale per incanalare quelle sensazioni più cupe e inquietanti, che voglio, diciamo, mostrare dietro a un velo, appunto in “trasparenza”.

Ti va di giocare con me? Ti spiego subito come funziona: prenderò un foglio totalmente bianco e farò tre segni a caso sopra, lo scopo del gioco è quello di, partendo da quei tre segni, dare vita ad un disegno di senso compiuto.
Per fare il disegno non avrai a disposizione mezza giornata, ma solo pochi secondi…anzi, visto che sono buona, facciamo un paio di minuti :P

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Persone da tener d’occhio: una colonna dell’ illustrazione e un emergente da “esplorare”
Uno dei miei artisti contemporanei ed affermati preferiti è sicuramente Marco Mazzoni. Non posso definire in altro modo i suoi lavori se non con “Sindrome di Stendhal all the way”. Per quanto riguarda gli artisti emergenti, ce ne sono davvero un’infinità, bravi e appassionati (basti dare un’occhiata su Behance). Vorrei però approfittare per citare tra tutti il mio amico Giuseppe Maggiore, che ha fatto un percorso simile al mio: studente di medicina ma con un’enorme passione per l’arte e il disegno, tanto che frequenterà un corso professionale di illustrazione a breve. In bocca al lupo Giuseppe!!!

Sbirciamo nel tuo futuro “prossimo”: a cosa stai lavorando in questo momento? C’è qualche progetto che hai voglia di condividere con noi?
Sto lavorando ad una mostra-evento che si terrà a Milano a fine mese (aiuto), in questo preciso momento a due illustrazioni che rimarranno inedite fino a fine mostra e che daranno inizio ad una serie di ritratti. L’idea è di sfruttare sempre il tema delle trasparenze, che diventa un po’ la mia firma, ma calcando ulteriormente la mano sul concetto di labirinto, rappresentato da fili, fili ovunque! Ho un paio di pubblicazioni per editoriali in uscita in autunno (ma il materiale è ormai già inviato) eeee… ah, sto lavorando ad una serie di design per cover e segnalibri, ma riguardo a questo per ora bocca cucita!

Final bonus question: è come se tu avessi creato un legame profondo tra osservatore e opera: L’opera si mette a nudo, attraverso le sue trasparenze, facendo vedere il personaggio nella sua fragilità, nella sua bellezza, nella sua perplessità, l’osservatore capta e cerca di coglierne ogni sfumatura…Questo è la mia sensazione, ti va dì raccontarci le tue, quando disegni queste trasparenze?
Innanzitutto la tua idea è centratissima, è proprio quello che vorrei mostrare al mio osservatore: un’umanità complessa, fragile e ambivalente che si spoglia, ma mai del tutto, dei propri strati. Sono personalmente molto legata ad un aforisma dello psicanalista Donald Winnicot, che dice “Gli artisti sono persone spinte dalla tensione che si crea tra il desiderio di comunicare e quello di nascondersi”. Mi piace definire le mie illustrazioni come un corto-circuito di questa esatta sensazione che provo costantemente io stessa. E’molto interessante per me leggere, tramite le loro parole, come gli osservatori vivono ciò che rappresento: spesso mi diverto ad utilizzare elementi che sono di solito legati ad un immaginario infantile o innocente (farfalle, stormi di gabbiani, nuvole, tonalità pastello), inserendoli però in un contesto tutto sommato “strano”. Alcune persone ne colgono esclusivamente l’aspetto superficialmente piacevole e puramente estetico, altre scavano più in profondità e commentano “Inquietante ma bello” o “c’è qualcosa che mi crea ansia”. Colgono l’ambivalenza.

Ringraziamo Gaia e vi invitiamo  avisitare il so sito: http://marie-esther.artworkfolio.com/

Fathomless

flimsy_little_sweet_talks_by_marie_esther-d7viv38

Hide and Seek 2

The weaver

Undisclosed

And I always will

For a minute there

 


Marta Latini

Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...

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