Dopo due anni di consigli su cosa guardare in tv, articoli su articoli e ricerche sfiancanti è giunto il momento di fare un bilancio e di riflettere su quello che è cambiato nella mia vita di teledipendente nel corso di questo periodo così ricco di cambiamenti per la sottoscritta. Uno fra tutti, forse quello che ha avuto più peso, il passaggio dalla tranquilla vita da studente a quella di giovane e attraente donna che si affaccia sul mondo del lavoro, ragione per la quale, guardare la tv non è più la mia sola ragione di vita e devo socializzare, comunicare con l’esterno e magari avere più di un argomento di conversazione. Anche se sappiamo benissimo qual’è l’unica cosa importante da dire quando si entra in una stanza.
I miei anni universitari sono stati particolarmente felici, studiavo quello che amavo e amavo quello che studiavo. Passare una giornata intera a guardare la televisione era in realtà una giornata di studio e comprensione profonda. Non tutti hanno avuto la mia stessa fortuna, ma hanno comunque coltivato questa passione. Cosa accadrà loro quando una volta terminati gli studi si troveranno a fare i conti con il cervello che scoppia, le gonadi crepate e un’allarmante mancanza di tempo e forze? Mi dispiace ragazzi, ma chi vi scrive è il fantasma dei vostri pomeriggi sul divano futuri. Che non esisteranno più.
1 MA LA NOTTE NO
Una delle prime cose di cui mi sono accorta, una volta che la fatidica laurea mi ha colpito dritto sui denti, è stato l’accorciarsi progressivo delle giornate nonostante la mia sveglia suoni molto (ma molto, molto) prima. Gli studenti, per un motivo o per un altro, sono animali notturni e le ore tarde sono nate per essere riempite di migliaia di attività ricreative, una su tutte l’uccidersi di serie tv. Una volta iniziato a lavorare non si sa nemmeno che aspetto abbia, casa nostra, quando cala il buio.
2 DIGITAL DIVIDE
Il laptop, il migliore amico dello studente. In barba all’introduzione dello strafottuto decoder del digitale terrestre, migliaia di giovani fuori sede hanno ripiegato su internet come unico dispensatore di notizie, calore umano, immagini in movimento. Non importa quanto una cosa fosse difficile da trovare. Chi riesce a ricavare tre pasti al giorno da un unico cavolo cappuccio, può fare qualsiasi cosa. Se lavori magari fai una dieta più varia, ma l’unica cosa che hai la forza di guardare è il canale che trasmette Law and Order 24 ore al giorno.
3 RICALCOLO DELLE PRIORITÀ
Nonostante le cose da sapere per sostenere un esame fossero molte, il nostro cervello possedeva un sacco di memoria residua dove stipare importanti informazioni come le regole grammaticali di base dell’elfico, filmografie intere, la corretta successione cronologica degli eventi di Lost. Adesso abbiamo fatto spazio nell’armadio della nostra interiorità e abbiamo scoperto che non c’è più posto per tutto questo. Ci entra a malapena il decalogo che ti trasformerà in quella persona adulta e competente che il tuo capo desidera promuovere.
4 INSODDISFAZIONE GALOPPANTE
Com’è possibile che quello che avete sempre amato abbia cominciato improvvisamente a farvi schifo e che tutta la bella robina che avete guardato fino a ora sia scomparsa nel nulla del cyberspazio? Che di lei non sia rimasta alcuna traccia? Ci provate in tutti i modi a rimanere al passo con le ultime novità, ma queste novità non vi sembrano nuove per niente, come se tutto quello che valesse la pena di guardare fosse già stato trasmesso. Buttate giù bocconi di un polpettone dal saporaccio orrendo, solo perchè avete fame, avendo la certezza che da qualche parte, nel mondo, si nascondono anche le cotolette con la peperonata.
5 CHIUDERE LE PORTE DELLA PERCEZIONE
Le sostanze psicotrope che si possono sperimentare negli anni universitari ci permettono di varcare i nostri confini percettivi e di apprezzare ogni cosa cagata dalla televisione, dandoci la certezza di aver speso bene il nostro tempo. La prospettiva di un impiego fisso non ci impedisce di continuare su questa strada, anche se è meglio preservare le nostre facoltà cognitive. La prospettiva di un impieg…no aspetta, l’ho già scritta questa cosa, giusto?
6 DETERIORAMENTO DEL PALATO
Vi siete uniformati alla massa. Generalmente quello che piaceva agli altri non piaceva a voi, e quello che piaceva a voi non lo conosceva nessuno. O almeno questo è quello che vi ripetevate di continuo. E quella vocina dentro la vostra testa vi faceva sentire davvero bene. Magari sfoggiate ancora lo stesso atteggiamento in pubblico, ma chissà che cosa guardate una volta appoggiata la borsa e le chiavi sul mobiletto dell’ingresso.
7 LA SOLITUDINE
La cosa bella degli anni dell’università è la vita condivisa con i coinquilini e la creazione di tante piccole tradizioni. Una su tutte l’appuntamento fisso per guardare la nuova puntata della tua serie tv preferita che per osmosi è diventata anche la serie tv preferita delle persone con cui vivi, che fino a quel momento avevano una vita socialmente piena, finchè non sei arrivato tu. La scuola finisce, le persone partono, i gruppi si sfaldano in tante piccole unità che guardano la tv da sole, private del confronto faccia a faccia. Di qualsiasi tipo di confronto.
8 DEFICIT DELL’ATTENZIONE
Una volta messo piede in casa e accesa la televisione faticate a mantenere la concentrazione per più di dieci minuti, perdendovi tutti quei piccoli particolari che rendevano la tv il vostro elettrodomestico preferito. Vi scivolano tra le mani la bella fotografia, la buona interpretazione, la fine scrittura, il piacere che può dare una versione in lingua originale. Chiudete gli occhi per ascoltare il chiacchiericcio che ronza in sottofondo. Beh, prestare poca attenzione a quello che dice e fa la tv è il modo giusto per rompersi i coglioni a morte. Ma di questo devi incolpare solo te stesso.
9 GESTIONE DELLA RABBIA
Sarà la giovane età, le belle speranze, la certezza che il domani sia sempre migliore dell’oggi e il dopodomani ancora meglio, ma quando si è nel fiore degli anni e l’unico problema della nostra vita e trovare la copisteria più economica della città, viviamo in uno stato di serafica serenità con la quale affrontiamo ogni delusione, anche televisiva. La giovinezza è finita, la serafica serenità se n’è andata afanculo. Dammi quello che voglio tv, dammelo e non ti azzardare a contraddirmi.
10 HOBBISTICA (RI)CREATIVA
Settembre è sempre stato un mese di aspettative. Il periodo in cui un nuovo ciclo si apre. Si fanno eccitanti prime esperienze, si comprano quaderni a spirale nuovi di zecca e tonnellate di post-it. Ma adesso vi ritrovate a passare malinconicamente davanti al reparto cartoleria del supermercato, sapendo che nessuno degli evidenziatori esposti verrà stretto dalle vostre mani nervose. Dalle mani di qualcun’altro, magari. Ma nessuno ha mai detto che per guardare tanta, bella televisione, la cancelleria sia davvero necessaria.
Beatrice Lombardi
Laureanda presso il CITEM di Bologna è nata 26 anni fa dal tubo catodico. Dopo anni di amore e odio con mamma Televisione e papà Cinema ha deciso di percorrere nuove strade ed è scappata con il Web.