Cari lettori di Tuesday Poison, come accennavo la scorsa settimana, oggi è il giorno del debutto su Organiconcrete del mio amico Marco De Carolis, il quale, dopo una conversazione intrapresa qualche settimana sulla differenza tra arte Pop Surrealista e Low Brow, proprio lui cercherà in modo semi serio di spiegare a voi la sua visione. Consiglio di mettervi comodi.
Innanzitutto: cosa sta succedendo, ormai da più di cinquant’anni, nel mondo dell’arte popolare all’interno delle sue espressioni più rappresentative della cultura “POP” postmoderna e contemporanea, dunque tra “Low Brow” e “Pop Surrealism”?
Innanzitutto bisogna capire cosa siano e da dove derivino questi termini. La cultura intesa in senso stretto, dunque elitario e scolastico, assume alla fine dell’ottocento l’aggettivo positivo di “High Brow”, che in parole povere significa proprio elitario, quindi riconosciuto.
Tutto ciò che precorre i tempi, invece, ma comunque lo fa partendo dalla cultura High Brow per poi decodificarla, scardinarla ed infine superarla, si chiama avanguardia, che poi sarebbe quel tipo di arte che appena prodotta non viene quasi mai apprezzata e anzi viene spesso criticata e dileggiata, trasformandosi poi, dopo qualche decennio, in oggetto di culto e feticcio da collezionista, apprezzatissimo e molto richiesto, oltre che super costoso.
Insomma gli avanguardisti sono ribelli dell’élite High Brow, spesso già ricchi ed affermati artisti, che si divertono ad osare per il gusto di mostrare agli altri quanto siano più “avanti”, da avant-garde appunto, come a voler combattere il sistema dall’interno per sovvertirne i pesi e cambiarne le sorti, centrando a volte il risultato, cambiando così drasticamente il concetto d’arte riconosciuta. Ma sempre di lotte intestine alla High Brow parliamo.
Quando spostiamo l’attenzione sulla cultura popolare invece, dobbiamo ricordarci, come prima cosa, che in realtà non ha bisogno di legittimazioni specifiche, perché la sua prima legittimazione viene dal semplice fatto di esistere ed essere prodotta da qualcuno.
Comunque, oggigiorno, e ormai da un po’ di anni, possiamo dividere la produzione artistica popolare in due grandi categorie che poi si ramificano al loro interno in altre sottocategorie più specifiche.
La Low Brow, che si contrappone semplicemente alla High Brow, come avrete sicuramente già notato analizzandone il nome e le desinenze iniziali di High, per alto o elitario, e Low per basso o popolare, ed il Pop Surrealism che, sembra quasi una diramazione della stessa Low Brow, nasce negli Stati Uniti, esattamente in California anche se alcuni sostengono che sia stata New York la vera patria di questa corrente che successivamente si è ramificata altrove, assumendo caratteristiche diverse a seconda del luogo.
Quando si parla di cultura popolare non bisogna credere di avere sempre a che fare con un basso livello tecnico oppure solo con artisti ed autori di modesta estrazione sociale. In realtà, la vera rivoluzione popolar artistica che dal novecento arriva fino ai giorni nostri, sta nel fatto che il Low Brow è, spessissimo, una scelta ed uno stile di vita, non atto ad andare contro, come succedeva nelle avanguardie, all’arte riconosciuta e dunque elitaria dell’High Brow, ma solo per esprimere e vivere la propria esistenza artistica a contatto e nutrendosi della realtà nella quale si è immersi.
Dunque della Low Brow fa parte il mondo della cultura underground quella nata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando gli Stati Uniti, forti della loro vittoria in campo bellico, iniziano a farsi largo con la loro cultura fatta di fumetti, tatuatori, poster, surfisti e successivamente skaters e writers ovvero coloro che amano giocare con ciò che li circonda per renderlo più fruibile ed immediato, come in un’accelerazione sensoriale che non ha tempo di attendere i tempi lunghi di preparazione, di applicazione, ma anche di apprendimento, dell’arte classica e canonica.
La modernità, i nuovi concetti di proprietà e di pudore, ci regalano un’ arte popolare che ci aiuta a combattere la lotta contro la morte in modo immediato e spesso divertente.
Trattando temi cari a tutti noi, parlando di sesso, prendendo in prestito icone moderne e rivisitandone l’immagine ed i contenuti per protestare con maggior vigore contro il sistema, contro la politica ma, soprattutto, contro la stessa ipocrisia visiva dell’iconografia dalla quale attingono. Creando un mondo dove nessuno è perfetto e ne va palesemente fiero.
Entrando poi nello specifico del Pop Surrealism questa connotazione di feticcio anti morte è ancora più ampia e presente all’interno delle opere che lo definiscono. Possiamo infatti trovare del macabro quasi in ogni opera Pop surrealista con connotazioni dark, gotiche ed oscure, come nei bellissimi disegni di Bafefit e Ciou.
Ciò che il Pop Surrealism vuole rappresentare è un mondo fantastico che nulla ha a che fare con la realtà ma che, invece, vuole fuggirla, per ricrearla in un universo parallelo torbido e brillante allo stesso tempo, sexy e pericoloso. Attingendo sia dalle fantasie nascoste degli autori che dalla cultura popolare in senso stretto, come i lavori di Camille Rose Garcia sulle favole.
E’ chiaro quindi che nel gioco delle parti, pur essendo due espressioni dirette della nuova arte popolare, potremmo considerare la Low Brow come la sorella simpatica e solare del Pop Surrealism, oltre ad essere più aderente alla realtà sociale dalla quale scaturisce. I
n effetti nulla vieta ad un surfista di essere anche un pop surrealista anche se forse risulta più difficile che accada il contrario.
In questo gioco di contrapposizioni ed analogie descritto sopra rientrano artisti che a mio avviso sono più vicini al concetto di Low Brow che a quello di Pop Surrealism come Michele Guidarini o Nicola Alessandrini per restare in Italia, così come Omocat, Gary Baseman, Ron English, questi ultimi a mio avviso i pilastri dell’arte di cui parliamo in questa rubrica del martedì.
In Italia così come altrove l’arte Low Brow e Pop Surrealista è sopraggiunta già nella sua fase di pieno sviluppo, non è passata per quelle metamorfosi che hanno accompagnato la cultura kawaii in Giappone (leggere alla voce Junko Mizuno) e tuttavia trovato un terreno fertile dal punto di vista della creatività, grazie anche all’appoggio di spazi come la Dorothy Circus Gallery e la Mondo Bizzarro, quest’ultima forse la prima nel nostro paese a trasmettere questa corrente artistica e culturale che spesso va a braccetto alla street art, sua cugina.
Continueremo a parlare di Pop Surrealism e Low Brow con Marco De Carolis, il quale ha già quasi pronto il suo pezzo sui poster, mentre io il prossimo martedì vi parlerò di Jennybird Alcantara. Buon martedì velenoso!
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!