Crescere con una mamma che per anni ha riempito la casa prima di tele, colori a olio, pennelli, cavalletti, tavolozze e grembiuli, poi di cocci, argilla, torni, tazze, tazzine, saliere, vasi, vasini, vasetti, vasotti, bustine di polvere colorata e forni che sembrano casseforti in cui ti viene voglia di infilarti dentro, ti fanno capire (e anche apprezzare) la sottile (ma nemmeno tanto) differenza tra ceramica e porcellana.
Differenza, che nel mio essere dodicenne ho sempre ermeticamente tradotto con “la ceramica è grezza, la porcellana è fine”. Che è un po’ come dire che l’una è lenta e l’altra è rock.
Con il tempo (e grazie ai logorroici insegnamenti materni) scopri che nonostante la ceramica sia meno pregiata, da buon maker e sostenitore del DIY, la preferisci di gran lunga alla porcellana, per via del (più facile) processo realizzativo che la accompagna.
Una che con la ceramica ci ha costruito un mondo, è Laura Zindel, formatasi nell’università privata di Providence Rhode Island School of Design e alla UMass, università del Massachusetts.
Come nella più classica delle avventure di chi produce oggetti realizzati a mano, Laura nel 1997, ha iniziato a partecipare ai mercatini per poi passare alle varie mostre di artigianato in giro nel paese, per scoprire solo nel 2004, dopo essersi trasferitasi con suo marito nel Vermont, che bisognava ampliare il bacino di utenti vendendo all’ingrosso e rivolgendosi ai commercianti.
La maestria di Laura Zindel parte dal suo talento naturale per le illustrazioni, con uno stile del tutto personale e ben identificabile, che ricorda molto i disegni presenti nelle vecchie enciclopedie, sui manuali di botanica dei primi anni dell’800 o nei migliori bestiari (il mio preferito rimane sempre questo).
I suoi lavori, realizzati a matita e grafite, vengono poi trasferiti su ceramica tramite un processo nato in Inghilterra a Staffordshire nel 1756 chiamato Transferware che oggi, grazie anche alla rivalutazione del meticoloso (e prezioso) lavoro artigiano, sembra riaffiorare prepotentemente nel mercato delle ceramiche handmade.
Il campionario delle collezioni, ciascuna delle quali esplora un tema ben preciso, spazia dal regno animale a quello vegetale, in un tripudio di coleottori, ragni, conigli, carciofi,meduse, funghi, gufi e farfalle che finisce col diventare come un’enciclopedia illustrata che prende vita su pagine di porcellana, in cui traspare l’intero genuino, processo produttivo che come la più bella e romantica delle favole, parte dal biscotto di argilla e si trasforma in piatto, bicchiere, vaso, tazza, tazzina… e negli ultimi tempi, anche in cuscini e tovaglie.
Laura Zindel Design, che ormai è diventato un vero e proprio brand allontanandosi dagli accomodanti e confidenziali mercatini e sposando sempre di più una produzione maggiormente seriale, unisce l’antica tradizione della ceramica (e di tutto il suo processo realizzativo) con disegni dall’aspetto moderno e raffinato, per un connubio vincente che potete ammirare e volendo acquistare direttamente sul suo sito.
E se passate a Roma, potete vedere alcuni pezzi dal vivo, da R-01-IOS in Via del Pigneto, 39.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.