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Tuesday Poison: intervista a Erica Calardo

Tuesday Poison: intervista a Erica Calardo


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Era un bel mercoledì di preimavera quando, uno di quelli in cui a Bologna si inizia a stare all’aria aperta anche se un leggero venticello fa scompigliare i capelli. Con una bomba alla crema comprata in una pasticceria vicino piazza Verdi piena di studenti in preda all’euforia post laurea, sono andata a trovare Erica Calardo, un’artista fantastica, una di quelle che parla con il cuore in mano, una di quelle che sprigiona passione per l’arte dappertutto. E con un gattone bellissimo, Socrate, il quale vive tra i suoi lavori, delle vere e proprie bellezze di cui vi ho allegato qualche immagine. Ha esposto in molte gallerie, da Mondo Bizzarro alla Spoke Art Gallery di San Francisco, passando per altre gallerie statunitensi e australiane. Ed era giunto il momento di presentarvela. Finalmente! Buona lettura!

Quando è nata questa passione per il disegno?
Posso dire che l’ho sempre fatto sin da bambina, anche mia madre ha questa passione ma non l’ha mai fatto per lavoro e quindi io sono cresciuta come se il disegno fosse un hobby.
Ho studiato filosofia e poi il dottorato in matematica e mentre finivo quest’ultimo mi sono accorta che mi mancava qualcosa e ho capito che era disegnare più spesso.
Ora riesco a portare avanti le due attività contemporaneamente, pittura e università. Non potrei farne a meno.

Come si combinano matematica e arte nella tua mente?
Nonostante l’apparente distanza tra la matematica e l’arte in realtà studiando quest’ultima all’università ho capito che quella matematica che ci facevano studiare a scuola è solo una parte di un mondo più complesso. Fare ricerca matematica, soprattutto logica matematica, mi ha insegnato che ci sono dei processi creativi molto simili a quelli artistici. Vi è difatti una prima fase molto simile del processo di creazione perché sopraggiunge il pensiero di un’idea, si visualizza questa idea e poi si cerca di dimostrare come l’analisi segua l’intuizione. Inoltre lo studio delle tonalità che molti pittori nascondono può essere ripetitivo a volte come un processo matematico. Quindi ciò che differenzia la matematica dalla pittura è che quest’ultima si serve delle mani per creare, per plasmare la materia e vedere come aderisce alla superficie. Mi piace pensare che l’arte abbia una struttura, un senso tematico, una simbologia, un certo modo di fare pittura.

Chi sono i personaggi delle tue opere?
Sostanzialmente ci sono io, passo molto tempo da sola e quindi il mio mondo è quello che conosco meglio.Mi piace immedesimarmi nelle vite di altre donne, pittrici magari.
In altre opere ci sono sempre astrazioni di figure femminile, come ho cercato di fare nell’ultima mostra a Los Angeles, concentrata sul femminile come archetipo e come vissuto anche se c’era tanto di autobiografico.

Da cosa trai ispirazione?
I viaggi e la lettura. Mi piace viaggiare, anche i viaggi brevi mi ispirano come visitare castelli e dimore storiche. Adoro moltissimo leggere. La letteratura soprattutto. Ultimamente sto leggendo le biografie di varie artiste però ovviamente mi piace leggere opere di carattere filosofico, mi piace la mitologia e la cosmogonia. Mentre dal punto di vista musicale adoro la musica gregoriana, barocca e rinascimentale. E poi guardare i quadri di altri artisti, soprattutto quelli che hanno vissuto durante il Rinascimento e il Manierismo, infatti mi capita spesso di reinterpretarli, magri citare anche dei dettagli.

Qual è il tuo rapporto con Bologna?
Bologna mi piace tantissimo. Sono venuta qua per l’università nel 1999 per poi trasferirmi qualche anno dopo in Inghilterra per fare il dottorato. Quando era il momento di decidere dove andare a vivere ho scelto Bologna perché è bella, è a misura d’uomo, è piccola. Ha una bellezza cupa, nascosta che a me piace tanto, tipo i giardini che vivono dietro portoni enormi inaccessibili. Mi piace per il suo grottesco, per i portici e per i palazzi. Mi piace anche per la pittura femminile del 1600 e poi perché è la culla dell’umanesimo scientifico come lo è stata definita di recente.

A cosa stai lavorando ora?
Sto lavorando ad una personale che si inaugurerà tra un po’ a Berlino, sto studiando il concetto di astrazione come principio della bellezza  soprattutto studio il rapporto tra figure storio/letterarie e il mondo animale.

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Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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