Siamo abituati a considerare il cemento armato a vista come il materiale dell’urbanità più arida e desolante.
E gli anni ’70, da questo punto di vista, sono stati distruttivi: teorie urbanistiche fallaci condite da uno sciatto brutalismo hanno creato paesaggi post-bellici. E’ questa l’impressione che si ha passando da Vigne Nuove, a nord-est di Roma, dove nasce imponente il grande intervento di case popolari di un’irriconoscibile Lucio Passarelli.
Caruso St. John ci insegna invece che il cemento può avere inedite espressività: il loro Centro per le arti Contemporanee di Nottingham è un’architettura delicata ma dalla forte identità. Per le casseforme dei pannelli di cemento del suo involucro è stato utilizzato un originale pattern tratto dai tipici merletti del luogo. Non si tratta però di mero contestualismo, né di un’imitazione svogliata di motivi indigeni, bensì di una riflessione intelligente e sobria sulla declinazione dell’ornamento nell’architettura contemporanea.
Il verde pallido di questi pannelli è accostato ai montanti dorati di alluminio in una composizione che, nella sua effettiva solidità, ci suggerisce leggerezza e inaspettata eleganza.
Luca Di Carlo
A 19 anni ho smesso di straziarmi su dilemmi esistenziali per iniziare a chiedermi: "può l'architettura essere poesia?". Adesso, che di anni ne ho 25, sono qui ogni settimana a condividere con voi le risposte che ho trovato (e quelle che ancora cerco)