“Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall’abisso, bellezza?”
Il pezzo di questo martedì lo apro con una frase di Charles Baudelaire, il quale si interroga sulla provenienza della bellezza, questa grande verità soggettiva che ogni essere vivente finisce per essere attratto dalla sua orbita. Ciò che c’è di misterioso attorno al concetto di bellezza non è solo la sua provenienza, quanto l’essenza stessa che a seconda di chi la osserva o la cerca muta le sue sembianze. La bellezza nell’arte è un obiettivo per molti artisti poichè rappresenta il maggior grado di condivisione del sentimento che lega il creatore al suo fruitore. La bellezza è un gioco che assorbe tutti i sensi, incatena la vista, avvolge tutta l’atmosfera che ci gira intorno e crea una bolla trasparente i cui suoni esterni non riescono a giungere, tanta è l’emozione che fa vibrare ogni singolo respiro che in essa prende corpo. Che provenga dal cielo o dall’abisso, come si chiede lo scrittore francese, non ci è dato sapere. Perchè le creature che ci attraggono non ci chiedono perchè siamo attratti da loro, semplicemente si rivelano per quello che sono nella loro vera natura.
Se ho voluto aprire parlando di bellezza è perchè l’artista di cui vi parlo in questa nuova puntata di Tuesday poison gioca con il concetto di bellezza e delle sue varie rappresentazioni morfologiche, andando a scardinare il concetto classico di bellezza come prima di lui avevano fatto altri grandi artisti come Hieronymu Bosch, il quale ha dato un forte contributo alla storia della pittura moderna. L’artista di oggi si chiama Christian Rex van Minnen e la sua arte è spaventosamente bella.
Cristian Rex van Minnen, classe 1980, è un illustratore americano che attualmente vive a New York, molto apprezzato anche fuori degli Stati Uniti, basta guardare la quantità di mostre alle spalle che si leggono sul suo curriculum. Il nostro ospite di oggi ha una propensione verso un certo tipo di bellezza che potrei definire insolita, basta guardare anche solo una delle opere che ho allegato a questo pezzo che lo riguarda. I suoi lavori sono ritratti di di creature bizzarre con il volto particolarmente deforme, talvolta incutono timore e spavento se lo sguardo si lascia prendere la mano dalle nervature delle viscere rosee che corrono la superficie dell’opera stessa. Il suo modo di interpretare lo stile pop surrealism lo rende sensibile verso una certa idea di bellezza che parte da quell’abisso immaginato da Baudelaire nella frase d’apertura e che lo avvicina alla pittura dell’artista olandese menzionato qualche riga fa, quel maestro dell’arte della bellezza infernale le cui opere sono un mosaico di particolari agghiaccianti. Ma mentre Bosch mette le sue creature in movimento di fronte al nostro aguardo, Christian Rex van Minnen ci regala l’immobilità dei ritratti, i quali si mostrano senza vergogna, nonostante la loro crudele complessità morfologica.
Anche le sue nature morte rivelano una indescrivibile passione dell’artista americano verso il macaro e l’arcano che si rivela in quei particolari mostruosi che nel complesso plasmano un tipo di bellezza lontano, passato, proveniente dalle nostre paure recondite, dal nostro mondo onirico che nei suoi colori e nelle sue forme riesce a spezzare la quotidiana percezione del bello e si insinua nei nostri pensieri.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!