Le nuove edificazioni milanesi hanno il pregio di aver riportato il dibattito architettonico al centro dell’industria delle costruzioni e tra queste architetture il “bosco verticale” di Boeri rappresenta un elemento di novità sia formale che concettuale. Purtroppo gli alberi, costretti a crescere in vasche di cemento a decine di metri di altezza, non avranno vita facile e l’immagine della torre verde, già molto debole con gli spelacchiati alberi in fiore, rischia di ridursi in pochi anni a quella di un normale edificio con grandi terrazze. L’albero non è una viva presenza ma un mero elemento architettonico, attore di un’estetica modaiola.
C’è chi invece, sempre a Milano, ha realizzato architetture con maggior sensibilità e sobrietà.
Cino Zucchi, nelle sue torri residenziali al Nuovo Portello, rilegge criticamente i caratteri storici dell’edilizia milanese, e propone, attraverso l’uso di finestre e logge di diverse forme e proporzioni, disposte secondo varie permutazioni, soluzioni formali di convincente armonia ed eleganza.
Luca Di Carlo
A 19 anni ho smesso di straziarmi su dilemmi esistenziali per iniziare a chiedermi: "può l'architettura essere poesia?". Adesso, che di anni ne ho 25, sono qui ogni settimana a condividere con voi le risposte che ho trovato (e quelle che ancora cerco)