Io proprio non resisto. Cioè sempre lì vado a parare alla fine, no, non sono di parte, o forse avendo pure mezze origini sicule si, ma chi se ne importa, avete dico, avete la vaga idea di quanto possa essere buono lo sfincione?
Da piccola lo detestavo, vedi spessore esagerato, ma quanto scema ero? In effetti, in questo lo sfincione palermitano differisce dalla pizza, i 50 piani di morbidezza.
Così, al pari degli Sfinci di San Giuseppe, il nome deriva dritto dritto dal latino spongia, “spugna” oppure dall’arabo ﺍﺴﻔﻨﺞ isfanǧ termine, col quale si indica (in questo caso specifico per la declinazione dolce) una frittella di pasta accompagnata con il miele.
Tradizione vuole che però quello doc, quello verace, la versione originale, venga prodotta ovviamente in via del tutto artigianale nei pressi di Porta Sant’Agata e che lì ambulanti in sella ai loro “lapini” vi invitino a gustare lo sfincione con uno slogan che ormai è leggenda: ” Scaisi r’uagghiu e chin’i pruvulazzu” che tradotto vuol dire “scarsi di olio e pieni di polvere”..sarà mica l’ingrediente segreto dello street food?
Poco importa, a noi piace e di street food non è mai morto nessuno.
Nasce come pietanza povera nata per sostituire il pane, in veste più allettante, durante le feste natalizie.
Le varianti nella sua preparazione sono numerose, addirittura, anche nella stessa provincia ed esattamente a Bagheria esiste una varietà di sfincione che non prevede l’uso della salsa di pomodoro per cui si presenta senza il tipico colore rosso differenziandosi completamente dalle altre ma rimanendo comunque ottima.
Pare, comunque, che la ricetta originale sia da attribuire ad alcune suore del monastero di San Vito a Palermo (viva Dio).
Lo sfincione rientra inoltre nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.
Un gran bel numero.
Ingredienti per la pasta della pizza:
- 600 g di farina 0
- 240 g di acqua
- 8 g di lievito di birra
- 20 g di sugna
- 10 g di zucchero
- 10 g di sale
- Impastate tutto a mano, o con una planetaria, l’importante, è che lasciate lievitare con pazienza, anche 3 ore in forno spento con lucina accesa.
Gli altri ingredienti sono:
- 1 cipolla rossa
- 300 g di pomodori pelati
- Acciughe
- Origano
- Primo sale o pecorino ragusano o parmigiano grattugiato
- Pan grattato
Procedimento:
Quando saranno trascorse tre ore prendete l’impasto e allargatelo con le mani in una teglia rettangolare oliata sul fondo. Spezzettate le acciughe con le mani e disponetele sopra spingendole sin dentro l’impasto.
Fate riposare giusto il tempo di preparare la salsa al pomodoro che farete con la cipolla rossa, un filo d’olio d’oliva e tanto origano.
Disponete la salsa sulla pasta distribuendola bene e facendola affondare con le dita all’interno della pasta. Completate con abbondante formaggio e pan grattato e origano.
Fate cuocere in forno per circa 35-40 minuti in forno caldo a 200°C
Claudia Ambu
Claudia Ambu, possiedo un bistrot virtuale sulla rete da tre anni. Laureata in scienze delle arti e dei beni culturali, inseguo il sogno del posto fisso, magari dietro il bancone del mio bistrot. Scrittrice, appassionata di fotografia e food, sono sempre alla ricerca di nuovi sapori, nuove storie da raccontare, con le parole e le mie immagini.