Ho cercato qualche notizia strana, divertente, magari stupefacente o imbarazzante ma a parte il Festival di SanRemo e la squadra del “nostro” nuovo governo non è che sia riuscita a trovare molto. Però qualcosa di interessante c’è, sono riuscita a scovare due notizie fresche fresche che riguardano la città di Milano, pensate un po’.
Iniziamo dalla piccola, si fa per dire, istallazione urbana nella stazione metro di piazza Cordusio, dove con ben centonovanta mila, lo scrivo in lettere così rende ancora di più l’idea, mattoncini Lego è stata ricoperta l’entrata in stazione con a fianco un omino alto due metri circa in salopette blu e t-shirt arancione che regge una scritta: salva la creatività. Si tratta ovviamente del personaggio del film The Lego Movie, Emmet appunto che i nostri lettori nerd conosceranno come le loro tasche, che in questa veste insolita nel centro di Milano è stato preso d’assalto da tutti i cultori del selfie ( la pratica del farsi le fotografie da soli, lo scrivo per mia nonna, come dice Zerocalcare).
Restiamo a Milano perché l’altra notizia di oggi viene ancora dal capoluogo lombardo, ovvero la campagna #nonpassarcisopra realizzata da alcuni grafici milanesi nel quartiere Brera dove, sulle strisce pedonali a corso Garibaldi, hanno disegnato delle figure femminili di diversa estrazione sociale con lo scopo di sensibilizzare i passanti alla questione del ruolo della donna nel mondo contemporaneo e del suo sfruttamento nel mondo lavorativo e sessuale.
Belle iniziative davvero, soprattutto in questo periodo di magra cultura nel nostro paese. Dateci un’occhiata, ne vale la pena!
Restiamo al nord oggi ma ci spostiamo un po’ più a ovest, a Torino, dove vive e lavora uno degli artisti italiani più bravi, un ragazzo che promuove la poesia per le strade delle nostre città ma anche altrove.
Lui si chiama Opiemme e fa l’artista da più di un decennio, per strada, negli spazi urbani e non solo come il lavoro realizzato alla pensilina dell’autobus per il progetto InATTESA Art at The Bus Stop nel litorale pontino, uno dei tanti posti in cui gli piace lasciare il suo segno a suon di messaggi scritti, alcuni di essi sono dei veri e propri capolavori poetici, e ovviamente istallazioni.
Un artista di quelli che piacciono a me, che sa dosare la creatività all’impegno sociale con un gesto delicato, simpatico, che non ti stanchi mai di guardare.
Opiemme è un artista girovago, sappiamo dal suo sito che ora si trova ad Haiti per la realizzazione del progetto Chiedi alla polvere, chiedi alle persone, una iniziativa a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma avvenuto nel paese nel gennaio di quattro anni fa, un progetto che lo porterà a stretto contatto soprattutto con i bambini del posto. Spero di vedere presto i suoi nuovi lavori.
Se è stato definito il poeta della strada è perché Opiemme riesce a creare dei capolavori con le parole sulle superfici, disegnando con la tecnica degli stencil delle figure, per lo più elementi naturali come animali e alberi, o anche solo accompagnando a questi, dei messaggi semplici che arrivano dritti alla mente di chi si ferma ad osservare i suoi lavori.
Qualche volta capita di doversi inclinare per leggere i suoi messaggi e le sue poesie ma anche questo fa parte del suo modo di fare street art, Opiemme comunica con il mondo circostante servendosi di ciò che è a disposizione e in tal modo le sue opere diventano un mezzo per esprimere emozioni e sentimenti che nella nostra civiltà urbana si nascondo dietro l’ombra della quotidianità e fanno fatica a venire fuori.
Questo è proprio ciò che mi piace del suo essere artista, la sua capacità di comunicare attraverso la semplicità delle parole, di versi e perifrasi che si lasciano sbiadire dal tempo ma che intanto hanno già percorso la memoria di chi ne è rimasto colpito.
Spero che arrivino anche a voi. Vi lascio le immagini dei suoi lavori.
Buona domenica!
Zelda
Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.